"Essere considerato un matto? Per me è un complimento. Del resto, ho fatto mia la frase di un grande che ci ha lasciato di recente ’siate folli, siate affamati’. Per me la follia è libertà assoluta". Parola di Marco Mengoni, idolo in ascesa, cantante dai toni inconfondibili, e di recente anche doppiatore. Insieme con le star statunitensi Danny DeVito e Zac Efron, ("loro sì che sono delle vere star") il giovane talento lanciato da X Factor ha partecipato alla realizzazione del lungometraggio di animazione Lorax, il guardiano della foresta (nei cinema dal 1 giugno distribuito da Universal). Tratto da un libro del Dr. Seuss uscito nel ’71 - tradotto da Anna Sarfatti e di nuovo in edicola dal 1 giugno - è un classico della letteratura: racconta di un guardiano della foresta, che rappresenta l’immortale forza della speranza.
Come è avvenuto questo piccolo, grande incontro con il cinema? "Per caso. Ma quando mi hanno chiesto di prestare la voce a un personaggio dei cartoni animati ho detto subito sì. Adoro le sfide, cimentarmi con cose che non ho mai fatto, mi piace conoscere e sapere. Sono assetato di novità e un inguaribile curioso" spiega Mengoni, che nonostante i 24 anni, portati con apparente leggerezza e spensieratezza, svela profondità e spigolosità degne di un artista decisamente più maturo. "Ogni volta che rivedo o risento una cosa che ho fatto, penso sempre che avrei potuto fare meglio. Non sono mai soddisfatto, ma di questo cartoon sono contento perché il personaggio mi piace: è un adorabile coglioncello. E’ sia un distruttore che un salvatore". Ti piacerebbe recitare in un film, con il fisico oltre che con la voce? "Certo, ma io lo faccio ogni volta che salgo sul palcoscenico: recito. Il cinema però mi intriga, e visto il mio carattere girerei volentieri un fantasy". Cosa ha pensato la prima volta che ha sentito un cartone animato parlare con la sua voce? "Che vorrei farne subito un altro. Dico davvero. E’ stata un’esperienza che ha richiesto impegno e concentrazione, un ottimo training. Eppure, nonostante mi sia piaciuto tantissimo doppiarlo, ho pensato che avrei potuto fare di meglio. Non posso farne a meno, è il mio carattere: per generarmi mi autodistruggo ogni volta". I tantissimi fan che ti seguono ovunque, specialmente sul tuo sito e sui social network, non la pensano così: adorano ogni tua performance. A chi ti ispiri? "Al grande David Bowie, lui è un personaggio inarrivabile. L’ho ascoltato molto in passato e mi ha ispirato, ma credo di non aver preso nulla da lui". Molti critici ce l’hanno su con te. Come la vivi? "Sicuramente non aiutano. Se leggendo dieci commenti, otto sono buoni e due negativi, io mi fisso su quei due e ci ragiono. Una esperienza in particolare non la scorderò mai. Era il mio esordio al festival di Sanremo e Gino Castaldo scrisse di me una sola parola: incommentabile. Mi sembrò un po’ forte e ci litigai. Ora però siamo amici". E con Morgan, farai la pace? "No, non è possibile finché lui non farà pace con se stesso". Faresti mai il giurato a XFactor? "Nonostante il mio metro e ottantaquattro di statura, non credo di avere l’altezza giusta per giudicare nessuno". Ti piace indossare maschere, ma il vero Mengoni chi è? "Sono sempre me stesso, ma ho una maschera pronta per ogni situazione". Come vivi questo momento di grande successo? "Lo vivo come un precario. Pensa che la mia famiglia mi ha appena riaccolto in casa, perché i tempi dei grandi guadagni sono finiti. Vivo in casa con mamma e papà, e vado in giro con la Smart ecologica. Non mi vergogno a dirlo: volevo comprarmi casa e andare a vivere da solo, ma quando il premier Monti ha parlato in tv mi sono spaventato e ho cambiato idea". Non credi di essere troppo giovane per essere pessimista? "Non sono pessimista, è solo un modo di pensare che mi aiuta ad andare avanti. Io vivo giorno per giorno e ho imparato a conquistare le cose da solo. Da ragazzo pulivo i gabinetti. Ricordo che i miei non volevano, ma ho imparato a guadagnarmi le cose, non mi vergogno di averlo fatto. Sono andato via di casa a 17 anni per imparare a vivere. Credo che le piccole cose insegnino le grandi cose". Progetti per il futuro? "Un nuovo disco, in cui inserire l’esperienza dell’ultima tournée teatrale che ho fatto, in cui parlo molto e ho inserito anche dei monologhi di Woody Allen che ho registrato a casa mia, nel mio piccolo studio di doppiaggio". Come vivi la relazione con i tuoi fan? "Ognuno ha i fan che si merita, difatti sono tutti pazzi come me. Sul serio. E’ una relazione densa e mi piace conoscere la loro opinione. Adoro parlare, sono logorroico e adoro vivere tutte le relazioni che fanno un po’ male. Col teatro ho scoperto di avere tanti fan 60enni?". Credi che si potrà recuperare la tappa del tour, Ferrara, saltata per via del terremoto? "Farei subito una serata lì solo per portare un sorriso, che credo sia importante. Mi spiace non essermi esibito a Ferrara e non vedo l’ora di recuperare. Se me lo chiedessero, andrei subito". Lorax, il guardiano della foresta è un lungometraggio animato dal cuore ecologista, tu quotidianamente come vivi questo rapporto? "Guido una macchina ecologica e compro elettrodomestici di classe A, faccio le lavatrici di sera e riciclo la spazzatura. Piccoli gesti che tutti dovrebbero compiere. Credo che per legge, ogni nuova abitazione dovrebbe essere costruita con criteri ecologici: pannelli solari e materiali ad hoc. La natura non uccide quasi nessuno, ma credo abbia cominciato a ribellarsi all’uomo". | |||||||||
(di Alessandra Miccinesi per CineSpettacolo.it) |
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