Abituata a scrivere di lui o ad ascoltarlo tutti i giorni ormai da anni può sorgere il dubbio di perdere lucidità e di finire per dare per scontata la sua eccezionalità.
Ieri, tornando da un breve viaggio, dopo un'immersione nella natura ed essermi riempita gli occhi e il cuore con le immagini reali dell'Anfiteatro di Sutri, a mente sgombra e rilassata, ho messo su il CD con tutte le cover realizzate da Marco nel tempo: dai duetti, alle ospitate, ai tributi su disco o su qualche palco, programmati o nati spontaneamente, accompagnato da un'orchestra o semplicemente da una chitarra. Se qualcuno mi avesse filmato di sicuro avrebbe visto passare sul mio volto espressioni alternate di stupore, tenerezza, affetto, divertimento, legati ai ricordi vissuti ma ho anche scoperto ancora forte e chiara, aldilà delle parole pronunciate nelle canzoni che ha interpretato, la potenza di quella voce, i colori, le sfumature e di come riesca a scavare in profondità dentro di me. Ho avuto la netta sensazione che se lo sentissi ora per la prima volta non avrei scampo e cadrei ancora completamente disarmata sotto il suo incantesimo.
Anfiteatro - Sutri
Foto di Camilla Aisa
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