Un senso di soddisfazione e orgoglio come fosse una mia vittoria, un mio traguardo dettato dal pensiero che si tratta di un ennesimo gradino sulla scala che porterà Marco sul tetto del mondo, lì dove merita di stare.
Orgoglio e soddisfazione, ripeto, perchè abbiamo capito subito che sotto quella scorza di ragazzo ancora acerbo si nascondeva un diamante, perchè abbiamo usato tutte le nostre forze per portare il suo nome ovunque a costo di venire derisi o compatiti per la nostra convinzione, lo abbiamo difeso, ci siamo arrabbiati perchè non comprendevamo come fosse possibile che il mondo non si accorgesse del suo talento, lottato perchè non finisse nel meccanismo del "cotto e mangiato" e poi gettato via come le meteore, abbiamo affrontato insieme un lungo e faticoso travaglio per arrivarci e allora sì, che lo sento anche un po' mio.
Sono felice che tutto questo stia accadendo, che corra lungo la sua strada di esperienze fantastiche che lo faranno crescere sempre di più, tanto io da qui non mi schiodo e lo aspetto.
Ad essere sincera in un primo momento sono rimasta leggermente delusa scoprendo che non parteciperà a nessuno degli eventi estivi in programma, perchè sarebbe stata una delle occasioni per me per rivederlo su un palco dopo troppi mesi di assenza, ma mi sono immediatamente ripresa vedendolo alle prese con il suo impegno in Spagna. Ho avuto la netta impressione che, se una parte di lui è occupata nella promozione di questo disco, l'altra più consistente sia proiettata sul nuovo. Lo vedo molto determinato e fisso su quell'obiettivo, immerso completamente su nuove idee, non so perchè, forse la presenza del fido Peter che lo ha accompagnato per una due giorni di interviste mi ha fatto immaginare che non vogliano perdere neanche un minuto o la possibilità di sviluppare un'eventuale intuizione che potrebbe arrivare in qualunque momento. (bello lavorare di fantasia!).
Dalle sue apparizioni inoltre, sia a Los Angeles che su su fino a Music Corner di Repubblica e a Madrid, mi sono resa conto che, anche se uno potrebbe pensare che la vita di un cantante trascorra tra feste e cazzeggi, Marco sta studiando moltissimo: il suo modo di approcciarsi alla chitarra e i nuovi arrangiamenti ai brani già di vecchia data o alle cover, mi danno l'idea che ce la stia mettendo tutta per imparare a suonare e che possa davvero lasciare la sua impronta forte nei brani del prossimo album. Se riesce a dare una nuova vita a pezzi sentiti da anni solo manipolandoli, rimpastandoli e plasmandoli a suo piacimento, non oso immaginare le meraviglie che usciranno da quel cilindro. Esiste la sindrome di Stendhal anche per le canzoni? Se sì ho paura che sarò una delle prime persone ad essere colpita da questa condizione patologica.
"Tu vivi sempre nei tuoi atti.
Con la punta delle dita sfiori il mondo,
gli strappi aurore, trionfi, colori, allegrie;
è la tua musica.
La vita è ciò che tu suoni."
(Pedro Salinas)
.... E credo che altre ti seguiranno a ruota, cara Carmen. Questo dono di "dare la luce" svariate volte ai brani, rinovellandoli, ripensandoli come solo lui sa fare, non è cosa da tutti. Lunga vita a colui che divinamente canta la vita nelle sue variabili sfaccettature!
RispondiElimina