È risaputo quanto sia negata per le date di compleanni e di anniversari ma ogni giorno qualcuno ricorda un'occasione importante, un appuntamento, un evento condiviso con Marco e a questo giro non posso fare a meno di ripensare al primo ascolto di Solo giusto tre anni fa. Sono andata a rileggere i miei pensieri di settembre 2011 e ho trovato post carichi di adrenalina, attesa, frenesia, curiosità, interviste, opinioni, impressioni e meraviglia per quella canzone così potente che mi ha colpito immediatamente fin dalle prime note.
Man mano che i giorni di questa attesa che pare infinita scorrono, aumenta la certezza che una nuova partenza sia sempre più vicina e mi sento addosso qualcosa di molto simile. Ad aggiungere benzina sul fuoco ci si mette anche Marco che nel suo ultimo messaggio confessa il suo timore per questo lavoro che ormai sembra giunto al termine e io comprendo questo suo sentimento che forse alla vigilia dell'uscita di "#PRONTOACORRERE" era sfumato o in parte attenuato dall'aver ricevuto un grande apprezzamento con il singolo. Diciamo che "L'essenziale" e la vittoria al festival gli avevano dato la sicurezza di trovarci tutti lì pronti a supportarlo mentre in questo momento, insieme alla paura che normalmente si accompagna a un debutto, coesiste la preoccupazione di mantenere o ripetere quel successo e non credo sia facile liberarsi da questo pensiero. Io non ho timori in questo senso perchè mi sembra ormai che la sua carriera sia poggiata su basi solide ma vorrei essere capace di rassicurarlo, anche se capisco che è un'impresa impossibile. Dalle sue parole me lo immagino intento a raffigurare su carta ogni immagine gli arrivi alla mente e allora vorrei suggerirgli di pensare a se stesso come fosse un bambino alle prese con un libro di illustrazioni da riempire con i colori: può creare accostamenti e sfumature liberando la sua fantasia, con le tecniche e i mezzi che desidera senza regole o dettami da seguire perchè è il suo libro, e nessuno può indicargli come disegnare le pagine che lo compongono. Non c'è un modo giusto, esiste solamente il suo e noi, come una volta ha detto, "possiamo decidere solo alla fine se quello che abbiamo letto ci è piaciuto".
Se non ricordo male, mi sembra di aver colto che Marco ha sostenuto di vivere - nel suo iter creativo - una dinamica scandita da un ritmo che definirei "morte e vivificazione" .... <> per ricostruire. Questo è un ciclo molto potente : si veste una nuova pelle, e credo che la paura dell'ignoto si avverta con maggior forza, quando si procede percorrendo strade nuove con questo genere di disposizione d'animo. Ammiro molto il suo coraggio e sono certa che la sua arte donerà a lui e a noi che lo apprezziamo nuovi momenti vivificanti, che resteranno incisi nel cuore e nella memoria. (Leda)
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