lunedì 26 settembre 2011

LA REPUBBLICA TV

Anticipato dal singolo SOLO martedi 27 settembre esce il nuovo album di Marco Mengoni: SOLO 2.0, disco che non a caso parla di solitudine, una condizione che Marco conosce molto bene.

" E' il raccontare la solitudine in tutte le sue sfaccettature, non prettamente depressive ma anche positive, cioè nel senso che uno, come dicono i detti più popolari - meglio soli che male accompagnati- quindi io personalmente tendo a pensare alla solitudine, non solamente come depressione, l'essere da soli. Cerco la solitudine ogni tanto anche quando sto in compagnia, cioè mi astraggo completamente da tutto quello che mi circonda e parto per le mie tangenti solitarie, riflessive  quindi mi piace un po' la solitudine.

SOLO 2.0 è un disco che forse non ti aspetti da un giovane uscito ormai due anni fa da un talent show. Parla di guerra, ingiustizie, incomprensioni, tutti argomenti forti ma alleggeriti da un velo di ironia. E ce n'è anche per un certo tipo di stampa che nel brano "Come ti senti" viene messo alla berlina utilizzando le banalità che spesso vengono chieste ad artisti come Marco.

" A una persona che vende mobili non si chiede com'è possibile salvare il mondo, come a un cantante o comunque a un autore, a un musicista, non si chiede se è di sinistra, se è di destra, se piace, come si dice in questi giorni, la patonza o l'attributo, l'organo riproduttivo maschile, mi sembrano domande che non servono a nessuno, che nessuno vorrebbe sapere, però succede anche questo. E' molto ironico il pezzo, non è assolutamente un pezzo di protesta."

Dopo tanti studi e tanta gavetta Marco Mengoni ha raggiunto grazie a X Factor successo e popolarità, ma era esattamente quello che si aspettava?

 "Dal di fuori vedi comunque sicuramente meno magagne di quel che poi vedi quando sei dentro. Una cosa che mi spiazza un po' è che c'è veramente poco d'arte. Un 30% d'arte e tutto il resto è burocrazia, politica, cose, movimenti, robe, perchè questo si deve fare attraverso questo...le strategie di mercato veramente non so neanche cosa siano e questo lo si può dedurre dalla mia prima scelta di singolo che è praticamente il pezzo compositivamente più difficile, quindi magari non arriva perchè è poco radiofonico, è poco questo, è poco quest'altro. Io seguo tutto, cioè seguo dall'inizio alla fine dei miei progetti perchè preferisco uccidermi con le mie mani che con le mani degli altri."

Provocatorio, ambiguo? Marco Mengoni è stato descritto con aggettivi di questo tenore, ma lui invece si vede così:

"Sono molto antipatico, molto permaloso, sono geloso, ho tantissimi difetti e sono molto forti, infatti non so le mie amicizie e tutte le persone che mi stanno vicino, come fanno a sopportarmi in certi momenti, veramente pesantissimo. Però credo che succeda, cioè nel senso, in questo lavoro si vive tutto all'ennesima potenza e quindi anche quelle emozioni, quelle sensazioni si vivono a diecimila, quindi credo che sia anche normale. Però lo sono...sono anche un po' stronzo!" 

(Tratta da REPUBBLICA RADIO TV) 






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