venerdì 26 aprile 2019

Insieme per l' Atlantico Live

Quando le parole proprio non vogliono uscire perché restano incastrate nel punto che va dal cuore alla gola, se ne prendono in prestito altre, sentite ed efficaci come se fossero tue.
Grazie a Maria Alessia Perilli per aver dato voce ai miei pensieri.

Crediti foto: Antonello Vasile ph


"E pensare che l'inizio di questo nuovo viaggio sembrava lontano, sembravano tanti i giorni di attesa, troppi. Quando tutti ci siamo messi alla ricerca e alla compera dei biglietti per questo tour forse già immaginavamo qualcosa, forse credevamo non fosse possibile e invece la soluzione si trova sempre perché per qualcosa o qualcuno che si ama si farebbe di tutto, si smuoverebbe qualsiasi cosa.
Ora, non mi sembra vero che mancano due giorni all'inizio di tutto.
Sembrava tutto troppo lontano e invece manca poco per ritrovarci ancora, nuovamente allo stesso appuntamento, al buio con la musica.
Vivremo giornate, sì estenuanti ma che non dimenticheremo mai, che non si sbiadiranno col tempo, che ricorderemo come le giornate in cui siamo stati vicini alla musica e l'abbiamo sentita rimbalzare nello stomaco e in cui abbiamo assistito alla profondità di due pozzi neri come sono gli occhi di Marco.
Vivremo emozioni che rimarranno impresse e che sfogheremo una volta tornati a casa sottoforma di pianti liberatori, perché niente nella vita può far bene come la musica.
Saremo avvolti in un unico abbraccio, il più caldo e protettivo che si possa ricevere.
Credo, anzi, sono sicura che questo tour lascerà il segno, la sua impronta negli animi di chi lo vivrà e di chi ci sarà con il pensiero e con il cuore, ma sarà come se fosse con noi, ad attendere e poi a vivere.
Una volta che si aprono i cancelli, si apre un mondo nuovo.
Quei cancelli aperti per me sono come un accesso alla liberazione totale, a due ore di totale disconnessione dai problemi, dalle cose che non vanno, dai giudizi della gente, un accesso all'unica realtà che possa salvarti da tutto e tutti.
Vi auguro di sentirvi liberi da ogni preoccupazione quando quei cancelli si apriranno.
Non limitatevi, non fatelo mai, date sfogo a ciò che sentite perché non è mai ridicolo, è sintomo di umanità, è sintomo di amore.
Siate euforici, emozionati, commossi, esaltati, folli, siate qualsiasi cosa il vostro cuore vi dica di essere, non sarete mai fuori luogo ma nel posto giusto.
Vi auguro di dare tanto perché riceverete altrettanto da Marco, senza ombra di dubbio.
Niente rende più felice di sapere che si è amati, di sapere che si è fatto qualcosa di buono, di sapere che accorrerete sotto i palchi anche da posti lontanissimi.
Sarete vicini a lui, sentitevi a casa e fate sentire a casa anche lui.
Trasmettetegli quello che avete dentro per lui in modo che lui lo percepisca e lo possa custodire.
Sentitevi un esercito d'amore, donateglielo questo amore, fategli sentire che dieci anni fa ha fatto la cosa giusta presentandosi a quei provini.
Vivetevi ogni istante di questo nuovo viaggio.
Ogni piccola sfaccettatura, ogni piccola nota.
Fate vostra ogni parola di ogni canzone.
Fate vostro ogni secondo che vivrete.
Dal momento in cui le luci sul palco si accenderanno fino al momento in cui si spegneranno, siate una cosa sola.
Siate una cosa sola anche quando tutto sarà finito.
Perché in realtà nulla sarà terminato davvero.

Buon #AtlanticoTour a tutti.
Buona vita.
Buon viaggio.
Di cuore."
❤️

mercoledì 24 aprile 2019

Marco Mengoni e il suo Atlantico inondano Madrid di emozione (traduzione)

Dopo aver attraversato Berlino, Zurigo, Monaco e Parigi, mercoledì scorso Marco Mengoni ha concluso il suo giro europeo con un concerto al Joy Eslava di Madrid, luogo scelto per  presentare dal vivo  i brani del suo ultimo album Atlantico.



 Con questo ultimo lavoro, Mengoni ha compiuto un percorso musicale e fisico toccando le coste che bagnano il secondo oceano più grande del mondo.
Alle nove di sera, puntualissimi, i musicisti sono saliti sul palco e,'con la musica ad alto volume' e l'energia alle stelle, è apparso in scena un Marco sorridente con "Quiero" e un ritmo "retrò" che ha spinto tutta la sala a cantare e ballare.
Dopo aver dato il benvenuto ai suoi fan, ha continuato con "Pronto a correre", una canzone che nonostante abbia la sua versione in castigliano, Marco ha deciso di interpretare nella sua lingua madre. Un dettaglio che, senza dubbio, abbiamo apprezzato.
Se nei primi minuti, il viaggio attraverso l'Atlantico aveva scatenato l'adrenalina, il pubblico si è calmato trovando rifugio "in quel luogo lontano dal mondo, dove sembri infinito anche un solo secondo ". E non solo sembrava, ma lo è stato, perché durante gli oltre quattro minuti della canzone "Sai Che", pareva davvero che si fosse fermato il tempo.

Poi è arrivata "Buena Vida" con i suoi movimenti di bacino mentre circa trecento ventagli azzurri sono apparsi tra il pubblico danzando al ritmo di ogni ritornello.  L' esercito - i suoi fan - è riuscito a sorprendere il "capo", che ha comunque mantenuto un asso nella manica per far impazzire i partecipanti: durante gli ultimi secondi della canzone ha cantato  "Oh che mi brucia, mi brucia, sì, brucia Madrid", mentre si lasciava attraversare e invadere dalla musica del flamenco.
A questo punto della serata, Mengoni aveva già dimostrato che sia in italiano che in castigliano le sue canzoni sono in grado di aumentare i battiti del cuore e di far venire i brividi, ma ha voluto fare un passo in più fondendo le due lingue. Così, ci ha regalato una versione italo-spagnola di "Muhammad Ali": un connubio che ha mandato il pubblico in visibilio. 

La sensibilità e il buon gusto sono arrivati con "In un giorno qualunque", una canzone che ci riporta agli inizi della sua carriera musicale e che non solo continua a emozionarci, ma come il buon vino migliora con il corso degli anni.
Dopo "Parole in circolo" e il suo ritornello degno di qualunque scioglilingua, - almeno per chi non parla  italiano dalla nascita, un'intro strumentale  ci ha immerso nell'atmosfera intima e di pace di "La ragione del mondo" (Solo ahora).
Seduto di fronte al pubblico e a cuore aperto, ci ha poi offerto una sublime interpretazione di "Ti ho voluto bene veramente", che è stato solo il preludio di uno dei momenti più emozionanti, magici e speciali della serata. Con "Proteggiti da me", Marco non solo ha messo completamente a nudo la sua anima, ma ha anche dato libero sfogo alla sua maestria vocale, modulando la voce a volontà e cantando con registri altissimi.  
E se pensavamo di aver toccato il cielo con questa canzone, non avremmo potuto sbagliarci di più. Dopo aver confessato di essere un ragazzo geloso, ha azzardato la versione di John Lennon di "Jealous Guy", che ha provocato una calorosa ovazione e ha lasciato il pubblico a bocca aperta. Della sua padronanza dell'inglese, non parliamo nemmeno perché sembra un dettaglio insignificante ...
Così siamo arrivati a metà concerto e ci siamo diretti in America Latina. "La Casa Azul" ci ha trasferito in Messico e ci ha ricordato l'artista Frida Kahlo; la sala si è ammutolita per un paio di secondi, quando Mengoni ha detto  "se taci lo senti. Shhhh, ecco il rumore che fa". Successivamente, siamo  tornati nella penisola, in particolare nelle terre portoghesi, grazie ad "Amalia" e un ballo da infarto. Il repertorio, se possibile, ha acquisito più forza e intensità con "Esseri umani". In quel momento, malgrado quel metro scarso che separava il palco dal pubblico, l'artista e il pubblico sono diventati una cosa sola al grido di "L'amore unito vincerà".  
Lo stesso è successo con "Guerriero", una canzone che potrebbe essere classificata come un inno, poiché ogni volta che la interpreta, senti quell'abbraccio che dà conforto e "forza sempre" . 
"Onde" e "Mille lire" ci hanno accompagnato verso la conclusione e all'ultimo brano prima del bis.
La band stava per intonare i primi accordi della canzone, quando Marco li ha interrotti per chiedere al pubblico quale preferisse sentire: "L'essenziale" o "Incomparable" - la versione spagnola. Per la stragrande maggioranza - e grazie a Dio o ai vari Santi della Settimana Santa, - ha vinto la prima opzione. "Il pubblico è sovrano" , ha commentato prima di inondare di emozione il Joy Eslava con il brano che gli ha dato la vittoria a Sanremo 2013 e gli ha permesso di  rappresentare l'Italia all' Eurovision quello stesso anno. 
"Madrid, se sono qui è grazie a voi" ha dichiarato prima di salutare e lasciare il palco. Tuttavia, l'assenza è durata poco, perché qualche istante dopo è tornato in scena per terminare lo spettacolo. 
"Ho trascorso 3 mesi a Madrid e questa canzone è stata ispirata dal mio soggiorno qui", in questo modo ha presentato "Hola". Durante la sua interpretazione, è esploso un cielo stellato nel cuore del teatro, creato nel buio dalle luci dei cellulari. Alla fine, le luci sono scomparse a favore delle danze spensierate e la conclusione della festa è stata affidata a Io ti aspetto.  



Così Marco Mengoni ha chiuso una serata magica, commovente e straordinaria e ha terminato il suo tour europeo. Con  4300 km alle spalle percorsi in meno di un mese, l'artista italiano ha dimostrato che la sua musica non conosce confini, che a 30 anni ha ancora molte cose da dire (e cantare), e che è in grado di evolversi, esplorare nuovi percorsi musicali e adattarsi ai tempi, senza mai perdere in qualità e spandendo talento, carisma e voce. Inoltre, la sua umiltà, vicinanza e amorevolezza lo rendono un essere umano eccezionale.
Grazie mille, Marco, e buona vita a te e alla tua band! Madrid è già la tua casa.



Traduzione dall'originale  Marco Mengoni y su Atlántico inundan Madrid de emoción
Testo: María Sánchez
Crediti foto: Marco Mengoni