mercoledì 24 aprile 2019

Marco Mengoni e il suo Atlantico inondano Madrid di emozione (traduzione)

Dopo aver attraversato Berlino, Zurigo, Monaco e Parigi, mercoledì scorso Marco Mengoni ha concluso il suo giro europeo con un concerto al Joy Eslava di Madrid, luogo scelto per  presentare dal vivo  i brani del suo ultimo album Atlantico.



 Con questo ultimo lavoro, Mengoni ha compiuto un percorso musicale e fisico toccando le coste che bagnano il secondo oceano più grande del mondo.
Alle nove di sera, puntualissimi, i musicisti sono saliti sul palco e,'con la musica ad alto volume' e l'energia alle stelle, è apparso in scena un Marco sorridente con "Quiero" e un ritmo "retrò" che ha spinto tutta la sala a cantare e ballare.
Dopo aver dato il benvenuto ai suoi fan, ha continuato con "Pronto a correre", una canzone che nonostante abbia la sua versione in castigliano, Marco ha deciso di interpretare nella sua lingua madre. Un dettaglio che, senza dubbio, abbiamo apprezzato.
Se nei primi minuti, il viaggio attraverso l'Atlantico aveva scatenato l'adrenalina, il pubblico si è calmato trovando rifugio "in quel luogo lontano dal mondo, dove sembri infinito anche un solo secondo ". E non solo sembrava, ma lo è stato, perché durante gli oltre quattro minuti della canzone "Sai Che", pareva davvero che si fosse fermato il tempo.

Poi è arrivata "Buena Vida" con i suoi movimenti di bacino mentre circa trecento ventagli azzurri sono apparsi tra il pubblico danzando al ritmo di ogni ritornello.  L' esercito - i suoi fan - è riuscito a sorprendere il "capo", che ha comunque mantenuto un asso nella manica per far impazzire i partecipanti: durante gli ultimi secondi della canzone ha cantato  "Oh che mi brucia, mi brucia, sì, brucia Madrid", mentre si lasciava attraversare e invadere dalla musica del flamenco.
A questo punto della serata, Mengoni aveva già dimostrato che sia in italiano che in castigliano le sue canzoni sono in grado di aumentare i battiti del cuore e di far venire i brividi, ma ha voluto fare un passo in più fondendo le due lingue. Così, ci ha regalato una versione italo-spagnola di "Muhammad Ali": un connubio che ha mandato il pubblico in visibilio. 

La sensibilità e il buon gusto sono arrivati con "In un giorno qualunque", una canzone che ci riporta agli inizi della sua carriera musicale e che non solo continua a emozionarci, ma come il buon vino migliora con il corso degli anni.
Dopo "Parole in circolo" e il suo ritornello degno di qualunque scioglilingua, - almeno per chi non parla  italiano dalla nascita, un'intro strumentale  ci ha immerso nell'atmosfera intima e di pace di "La ragione del mondo" (Solo ahora).
Seduto di fronte al pubblico e a cuore aperto, ci ha poi offerto una sublime interpretazione di "Ti ho voluto bene veramente", che è stato solo il preludio di uno dei momenti più emozionanti, magici e speciali della serata. Con "Proteggiti da me", Marco non solo ha messo completamente a nudo la sua anima, ma ha anche dato libero sfogo alla sua maestria vocale, modulando la voce a volontà e cantando con registri altissimi.  
E se pensavamo di aver toccato il cielo con questa canzone, non avremmo potuto sbagliarci di più. Dopo aver confessato di essere un ragazzo geloso, ha azzardato la versione di John Lennon di "Jealous Guy", che ha provocato una calorosa ovazione e ha lasciato il pubblico a bocca aperta. Della sua padronanza dell'inglese, non parliamo nemmeno perché sembra un dettaglio insignificante ...
Così siamo arrivati a metà concerto e ci siamo diretti in America Latina. "La Casa Azul" ci ha trasferito in Messico e ci ha ricordato l'artista Frida Kahlo; la sala si è ammutolita per un paio di secondi, quando Mengoni ha detto  "se taci lo senti. Shhhh, ecco il rumore che fa". Successivamente, siamo  tornati nella penisola, in particolare nelle terre portoghesi, grazie ad "Amalia" e un ballo da infarto. Il repertorio, se possibile, ha acquisito più forza e intensità con "Esseri umani". In quel momento, malgrado quel metro scarso che separava il palco dal pubblico, l'artista e il pubblico sono diventati una cosa sola al grido di "L'amore unito vincerà".  
Lo stesso è successo con "Guerriero", una canzone che potrebbe essere classificata come un inno, poiché ogni volta che la interpreta, senti quell'abbraccio che dà conforto e "forza sempre" . 
"Onde" e "Mille lire" ci hanno accompagnato verso la conclusione e all'ultimo brano prima del bis.
La band stava per intonare i primi accordi della canzone, quando Marco li ha interrotti per chiedere al pubblico quale preferisse sentire: "L'essenziale" o "Incomparable" - la versione spagnola. Per la stragrande maggioranza - e grazie a Dio o ai vari Santi della Settimana Santa, - ha vinto la prima opzione. "Il pubblico è sovrano" , ha commentato prima di inondare di emozione il Joy Eslava con il brano che gli ha dato la vittoria a Sanremo 2013 e gli ha permesso di  rappresentare l'Italia all' Eurovision quello stesso anno. 
"Madrid, se sono qui è grazie a voi" ha dichiarato prima di salutare e lasciare il palco. Tuttavia, l'assenza è durata poco, perché qualche istante dopo è tornato in scena per terminare lo spettacolo. 
"Ho trascorso 3 mesi a Madrid e questa canzone è stata ispirata dal mio soggiorno qui", in questo modo ha presentato "Hola". Durante la sua interpretazione, è esploso un cielo stellato nel cuore del teatro, creato nel buio dalle luci dei cellulari. Alla fine, le luci sono scomparse a favore delle danze spensierate e la conclusione della festa è stata affidata a Io ti aspetto.  



Così Marco Mengoni ha chiuso una serata magica, commovente e straordinaria e ha terminato il suo tour europeo. Con  4300 km alle spalle percorsi in meno di un mese, l'artista italiano ha dimostrato che la sua musica non conosce confini, che a 30 anni ha ancora molte cose da dire (e cantare), e che è in grado di evolversi, esplorare nuovi percorsi musicali e adattarsi ai tempi, senza mai perdere in qualità e spandendo talento, carisma e voce. Inoltre, la sua umiltà, vicinanza e amorevolezza lo rendono un essere umano eccezionale.
Grazie mille, Marco, e buona vita a te e alla tua band! Madrid è già la tua casa.



Traduzione dall'originale  Marco Mengoni y su Atlántico inundan Madrid de emoción
Testo: María Sánchez
Crediti foto: Marco Mengoni

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