mercoledì 30 gennaio 2019

Marco Mengoni presenta Atlantico a Radio 105

DALL'INTERVISTA DI MAX BRIGANTE 




- Ci sono pezzi e pezzoni e Hola è uno di questi. 
Ho letto che hai chiesto scusa ai tuoi fan per esserti allontanato
- Sì, mi sono preso due anni e mezzo dall'ultimo progetto. Invidio i miei colleghi che riescono a fare dischi ogni sei mesi, io non ce la faccio, ho bisogno di allontanarmi, di prendere input da fuori o da dentro me stesso. 

- Alla vecchia maniera quindi. Prima i dischi uscivano ogni 2/3 anni, poi ultimamente il mercato discografico ha stravolto un po' le regole
- E io sono contro il mercato discografico! ( Ride) Infatti i signori della casa discografica volevano uccidermi, forse non si fa così, ma era giusto per me. 

- Quante volte hai attraversato l'Atlantico
- Credo 9 o 10, io non riesco a dormire sull'aereo quindi parlo con le hostess e gli stewart, prendo caffè di continuo e parlo. Ricordo il ritorno da New York dopo tre mesi, sono stato sveglio per tutte le 8 ore di viaggio e ho parlato con una hostess che era stata una cantante lirica. Quindi abbiamo discusso di Wagner, Mozart, La regina della notte, è stato pazzesco. 

- Quando è nato il concetto di Atlantico, cioè che quel nome potesse racchiudere il tuo progetto?
- Mi hanno sempre affascinato gli oceani e la loro profondità, guardandolo spesso da sopra ho capito che è il secondo più grande e che bagna moltissime culture.
Mentre lo arrangiavo e lo producevo, ho pensato che questo disco conteneva tanti input e quindi era giusto chiamarlo così. 

- Poi guardandoli dall'alto gli oceani sembrano ovviamente più piccoli e assomigliano a dei contenitori, è bello pensarli anche così. 
Quante canzoni hai inserito? 
- 15 compresi degli intro, per esempio c'è un pezzo di cello e violino di un minuto e mezzo.

-In un pezzo si parla di Muhammad Ali, in un altro di Frida Kahlo, figure che nel tempo sono diventate icone e spesso vengono citati come personaggi ai quali aspirare. Per quanto riguarda Muhammad Ali c'è qualcosa in particolare che ricorre nella tua testa o ti serviva il concetto della boxe e di rimanere in piedi sul ring? 
- Le dediche sono diverse, le figure importanti sono tre: Frida, Amalìa Rodrigues e Muhammad Alì.
In questi tre anni nei quali ho seguito anche le mie cose personali che avevo tralasciato, mi sono staccato dal mio lavoro e dalla mia quotidianità per stare vicino a persone che avevano bisogno di me e spesso mi è servita moltissima forza.  Sicuramente questi due personaggi che ne hanno avuta tanta anche per far rispettare le loro idee, mi hanno aiutato, mi sono ispirato a loro. Ho letto moltissimo, visto documentari, mi sono informato, anche perché io non ho vissuto negli anni di Muhammad Ali e non ho assistito  al suo cambiamento, a quello che ha fatto. Ho scoperto un uomo diverso da quello che conoscevo come sportivo, colui che andava contro tutti, anche contro la sua gente, che non temeva niente e che ha rinunciato alla sua passione per tre anni scendendo dal ring, poiché era stato escluso perché non riteneva giusta la guerra.
Io ovviamente ho visto un Muhammad Ali che accende la torcia olimpionica, come un signore che sta combattendo contro una malattia, che trema e non è più quello che faceva tremare gli altri quando saltellava sul ring.
Nel brano parlo del Muhammad Ali al di fuori del ring.

- Lui diceva che i campioni non si fanno in palestra, ma per strada, con ciò che hanno dentro. I cantanti come si fanno?
Si fanno viaggiando per strada.

- Hai fatto l'Atlantico Fest, ti ho seguito sui social. Hai creato una cosa diversa rispetto a una normale promozione di un disco.
- Sì, comunque la musica sta cambiando. Si sta passando dal fisico al digitale a una velocità incredibile. Io tornando con tutto quello che avevo vissuto in prima persona, volevo riproporlo invece di fare le solite cose. Volevo condividere tutti gli input e le parole che avevo assorbito dal mondo. Ho detto alla mia manager che ha avuto un mezzo infarto "facciamo una specie di festival. Attraversiamo il disco fisicamente",  perché in Torre Velasca c'erano 13 stanze e in ognuna artisti, scultori, pittori, danzatori, che ringrazio tantissimo, che si sono esibiti per tre giorni e non sarà stato facile neanche per loro, è stato molto duro.
Poi abbiamo fatto alcuni incontri in giro per Milano, in Triennale per esempio, dove io mi sono finto giornalista e ho intervistato dei personaggi molto interessanti, come Stefano Boeri

- Come ti sei trovato dall'altra parte rispetto ad essere quello che riceve sempre le domande? 
- Malissimo, ero agitatissimo, infatti mi ero preparato un iPad con delle parole chiave. Mi sentivo un po' a scuola, sotto esame, come quando prima ti scrivi tutto quello che dovrai ricordare. In realtà poi è andata abbastanza liscia, non erano proprio incontri istituzionali, erano più un modo per capire, per conoscere.



- Ti parlo da radiofonico: quando è arrivato il singolo anzi, in realtà ne sono arrivati due, a me è piaciuto subito Buona vita e la radio ha iniziato a mettere Voglio. Dopo è uscito l'album e mi ha subito catturato La Casa Azul. Credo di aver sentito che c'è un collaboratore in queste due canzoni che lavora anche con Rosalia, che io adoro. So che in Italia non è ancora così popolare ma vi consiglio di ascoltarla perché fa della musica straordinaria. Mi piace che tu sia andato a lavorare anche con produttori diversi.
- Quando sono tornato io i miei musicisti di sempre siamo stati due mesi in studio alle Officine di Mauro Pagani, ad arrangiare il disco (in realtà si è arrangiato da solo) e questi due pezzi in particolare, ai quale tenevo tantissimo, erano un po' troppo pesanti quindi non ero pienamente contento. Seguivo Rosalia da tempi non sospetti e ho pensato che avrei potuto contattare El Guincho. Gli abbiamo mandato i brani e lui ha risposto immediatamente, dicendo che erano pazzeschi e che si sarebbe messo subito a lavorarci anche se era in viaggio,  quindi li ha fatti tra Los Angeles e la Spagna

- E come arriva Celentano?  Sarai facilitato per via della tua manager, ma non penso che sia facile convincerlo.
- Credo che tutto quello che lo riguarda abbia poco a che fare con i legami familiari. Puoi provare in tutti i modi ma forse se c'è la famiglia di mezzo è anche peggio. Noi ci eravamo già incontrati in  passato, ero andato a casa sua per conoscerlo e in realtà non gli avevo chiesto una collaborazione ma un consiglio su 3 pezzi.  Quando ha sentito La Casa Azul ha detto che era forte e che avrebbe voluto partecipare. Io ovviamente gli ho risposto che avrebbe potuto fare quello che voleva. Il problema è che tutto questo è successo un mese e mezzo prima della chiusura del disco e io ho sentito quello che aveva fatto, circa due minuti prima di mandarlo in stampa. 
Nessuno sapeva niente e lì non c'e famiglia che tenga, perché nel frattempo mi facevano pressioni, c'era il rischio di bucare l'uscita del disco e io chiedevo a Claudia Mori ma neanche lei ne era a conoscenza. Però non avevo dubbi sul risultato.
- Poi nei crediti il suo nome non è citato, per cui non ero pronto al featuring, quindi è stato un valore aggiunto.

- Il tour parte dall'Europa.
- Sì, con cinque anteprime. Ho iniziato il percorso all'estero quasi per gioco, nel senso che ho pensato che stare a contatto con i fan e culture diverse mi avrebbe aiutato a crescere. Non avevo aspettative ma a un certo punto la cosa si è fatta più seria.

- Il disco è uscito in tutto il mondo in contemporanea e in lingua spagnola in Spagna, il tuo percorso verso i mercati internazionali era già avviato e mi sembra che si stia consolidando. Poi arrivi in Italia con una serie di date che continuo a vedere in aumento,  per cui consiglio a tutti di andare a scoprirle sui social di Marco. 


- Chiudiamo con qualcosa di importante: sei stato due anni e mezzo a lavorare sul disco e su te stesso. Prima hai detto una cosa che credo tra le righe volesse dire "Faccio il cantante ma sono pure un uomo e ho la mia vita da portare avanti, non solo la carriera"
- Per forza di cose dietro un musicista ci deve essere un uomo che vive, altrimenti che cosa condividi?

- Hai inserito tanto all'interno di Atlantico e sono appena arrivati i primi feedback. C'è un concetto dominante che l'ambiente o i fan ti riportano di questo disco?
- Mi dicono che sono cresciuto molto.
Spero che intendano in positivo. In effetti mi sento anche io più grande rispetto a due anni fa. 

- C'è una canzone che fa un po' il conto degli anni, mi sembra Mille lire. Ora quanti anni hai?
- Il 25 dicembre ne ho compiuti 30 e nel 2019 sono 10 anni di carriera. Non avrei mai creduto di arrivarci.

 Le date del tour

EUROPA
8 aprile 2019 - Berlino, Tempodrom
10 aprile 2019 - Zurigo, Volkshaus
12 aprile 2019 - Monaco, Tonhalle
14 aprile 2019 - Parigi, La Cigale
17 aprile 2019 - Madrid, Joy
ITALIA
27, 28 aprile Torino, PalaAlpitour
1, 2, 4, 5 maggio Assago (Mi), Mediolanum Forum
8, 10  maggio Roma, PalaLottomatica
13, 14  maggio Bari, Palaflorio
16 maggio Caserta, Pala Decò
18 maggio Eboli, Palasele
21, 22 maggio Firenze, Nelson Mandela Forum
24, 25, 26 maggio Verona, Verona Arena
29 maggio Rimini, RDS Stadium
30 maggio Casalecchio di Reno (Bo), Unipol Arena

giovedì 24 gennaio 2019

Marco Mengoni: intervista di Kiosco Musical








Buon pomeriggio Marco. Mi sembra di capire che ti piace molto la Spagna ... Come ti senti qui? Hai provato il nostro cibo?

Marco Mengoni: Sì, mi piace molto. Non so perché, ma mi sento molto spagnolo ... Non parlo lo spagnolo perfettamente ma mi è sempre piaciuto. Ho iniziato a studiare la lingua spagnola all'università, ho ascoltato canzoni in spagnolo e penso di avere antenati spagnoli. Può essere ...



La tua carriera è piena di successi. Ti sei fatto conoscere vincendo l'edizione italiana di X Factor, poi hai rappresentato il tuo paese all'Eurovision, hai molti fan in tutto il mondo e tutto quello che fai è un successo ma, di tutto ciò che hai vissuto, che cos'è ha segnato la tua carriera?

Marco Mengoni: Penso che tutte le cose che ho passato, che ho vissuto e che ho fatto, abbiano costruito la mia carriera. Ho iniziato dieci anni fa e non so, non c'è una cosa in particolare, ma probabilmente sono solo me stesso.



Hai appena pubblicato un album spagnolo chiamato Atlantico e hai scelto questo nome come una metafora per tutti i viaggi che hai fatto, tutto quello che hai vissuto e per le volte che hai attraversato l'Atlantico. Quando pensi a tutto ciò che hai vissuto ... cosa pensi?

Marco Mengoni: Penso di aver messo quasi tutti i miei viaggi in questo album ... e quasi tutti i colori, le fotografie, le emozioni e le sensazioni. Ho volato molte volte su questo oceano e mi piace questo titolo perché l'oceano non ha barriere e in questa società si costruiscono molti muri e non mi piace. Per me la terra è libera, non appartiene a nessuno e noi ci siamo sopra per il tempo che dura la nostra vita.



Hai partecipato molto alla produzione dell'album. Com'è stato partecipare così intensamente a questo? 

Marco Mengoni: È la prima volta che mi occupo della produzione sin dall'inizio ed è stato divertente perché ero nello studio di registrazione a suonare dal vivo tutte le canzoni e arrangiarle con i miei musicisti. Era come essere a casa. I produttori mi hanno aiutato, come El Guincho, a cui invio un saluto (il produttore di Rosalía). Ha lavorato su due canzoni di questo album e ha messo un po'di influenza flamenca. Mi è davvero piaciuto osservare crescere questo bambino fin dall'inizio.


Quali differenze troviamo tra l'Atlantico e tutta la musica che hai pubblicato prima?

Marco Mengoni: Penso che ogni album abbia cose diverse da quelle precedenti perché un disco dipende da tutto ciò che hai vissuto negli ultimi anni o mesi prima di scriverlo. In Atlantico ci sono molte cose e mi è stato detto che ne ho messe troppe e che ha troppe influenze. A me piace proprio perché non è un album solo italiano, è un album per il mondo e ho preso molti "input" da tutti i posti che ho visitato.



Cosa ti rende più orgoglioso di questo progetto? Forse il lavoro in spagnolo?

Marco Mengoni: Sì! Lavorare in spagnolo e registrare un album in spagnolo con il mio "maestro di pronuncia vocale", al quale invio un saluto. E' stato un "crack", come si dice in Spagna.



Stavo per parlarti di El Guincho perché hai collaborato con lui come con India Martinez, ora mi piacerebbe sapere con chi altro vorresti collaborare in questo paese.

Marco Mengoni: Abbiamo iniziato a lavorare con El Guincho, che è il produttore di Rosalia e mi piacerebbe fare qualcosa con Rosalìa o magari con C. Tangana, Rozalen ... non so, mi piacciono moltissimi artisti spagnoli...e ancora con India!



Un fan ci ha chiesto, se ti sentiresti in grado di fare una colonna sonora.(banda sonora in spagnolo)  

Marco Mengoni: Ora? Una "banda sonora" è un gruppo?

No, una colonna sonora è la musica di un film.

Marco Mengoni: Ah, colonna sonora! Sì, mi piacerebbe molto farlo. Forse per un film di Almodóvar che è uno dei miei registi preferiti.



Voglio approfittarne perchè è la mia prima intervista. Ci sono media che te ne hanno già parlato ma vorrei  complimentarmi per il lavoro che hai fatto con  una delle mie canzoni preferite, Guerriero, che è contro l'abuso e la violenza, per così dire. Auguro a tutte le persone che soffrono, di avere accanto una figura come quella di cui parla quella canzone ma siccome non esiste e ci sono molte persone che non hanno questo sostegno, vorrei che tu dicessi qualcosa a tutti quelli che soffrono e che non hanno un supporto.

Marco Mengoni : Anche io non ce l'avevo, ma ce l'avevo nella testa e nel cervello. Certo, devi crescere per imparare le cose della vita ... il mio consiglio è di parlare molto con tutte le persone che ti sono vicine. È l'unica cosa e di non aver paura di essere sempre te stesso.



Bene, il prossimo 17 aprile hai un concerto a Madrid. Cosa dobbiamo aspettarci?

Marco Mengoni: Oh, non lo so, non lo so neanche io. Mi sto preparando ... Non sono ancora pronto. Sto organizzando il tour ..



Ma sei emozionato?

Marco Mengoni: Emozionato ... agitato  ... partiamo dall'Europa e Madrid è l'ultimo appuntamento prima del tour italiano. Molti fan sono arrabbiati con me perché ho deciso di iniziare questo tour fuori dall'Italia

Bene, è un disco in spagnolo, ci perdoneranno stavolta



Dove ti piacerebbe vederti tra 10 anni?

Marco Mengoni: a 40 anni, non sono molti. Sembra una domanda facile ma non lo è. Mi vedo mentre faccio musica e non so dove, né come, né perché, ma credo che la musica mi accompagnerà fino alla fine dei miei giorni.



E noi speriamo sia così. Bene, vorrei parlare un po' del fatto che nel 2013 hai rappresentato l'Italia in Eurovision. Proprio due giorni fa abbiamo scelto il nostro rappresentante e non so se hai sentito la canzone ...

Marco Mengoni: Sì, ho visto il programma.


Cosa ne pensi della canzone?

Marco Mengoni: mi piace! È molto allegra, è una canzone "up" e spero che vada bene. Non so come si dice in spagnolo "In bocca al lupo" ("Buona fortuna"), ma ve lo dico in italiano.



Mi piacerebbe che dessi qualche consiglio a Miki per gestire al meglio la sua partecipazione all'Eurovisione, affinché non sia troppo agitato 

Marco Mengoni: È difficile non innervosirsi perché sono giorni difficili. Si corre da un'intervista all'altra quindi l'unico consiglio che posso dargli è quello che ho sperimentato nella mia vita: sii sempre te stesso



La mia intervista finisce qui, spero che ti sia piaciuta, grazie mille per averci dato questa opportunità e per essere venuto in Spagna. Qui ti amiamo molto.  


Articolo originale: Entrevista Marco Mengoni     

Intervista di Almudena Fuentes.

Fotografia: Josune Ordóñez.

mercoledì 23 gennaio 2019

MARCO MENGONI: BISOGNA VIVERE OGNI GIORNO COME FOSSE L'ULTIMO

Marco Mengoni, l'artista pop numero 1 in Italia, ha presentato in anteprima il suo nuovo album Atlantico lo scorso venerdì, in un'edizione interamente in spagnolo per il mercato spagnolo. 


                   Foto: Bemol Magazine


Dopo un progetto discografico costituito da due dischi - Parole in Circolo  (2015) e Le Cose Che Non Ho (2015) - che lo ha tenuto in giro per tre anni, con un tour di successo in Italia ed Europa, Mengoni Live Tour 2016, il cantautore italiano doveva fermarsi per riposare e trovare ispirazione. La pausa, durata due anni, ha prodotto Atlantico, che è il risultato di un viaggio intrapreso da Mengoni senza una destinazione specifica, ma con l'obiettivo di allontanarsi dal rumore, concentrarsi e cercare nuove energie. Un viaggio in senso letterale, ma anche di introspezione e di sguardo interiore.  

Il comune denominatore di questo viaggio è stato l'oceano che separa il continente europeo dall'America, che Marco ha sorvolato in molte occasioni e che gli ha permesso di avvicinarsi e incontrare culture diverse. Brasile, Messico, Cuba e New York, sono stati alcuni dei paesi che l'artista ha visitato negli ultimi due anni, alla ricerca di esperienze e nuove storie da raccontare. 
"In questo album ho messo molti input diversi musicalmente parlando", ha dichiarato. Ha anche confessato di aver scelto la parola Atlantico come titolo perché "L'Atlantico è un oceano che non ha barriere. In questi ultimi tempi, sembra che non abbiamo imparato molto dalla nostra storia e ogni volta costruiamo più muri. Non mi piace e, quindi, Atlantico incarna libertà, passione e una miscela di molteplici influenze musicali di altre culture."

Una fusione di culture che non è solo presente nei ritmi e nelle canzoni, ma anche nelle collaborazioni che l'album include. Quindi, troviamo la voce profonda dello scozzese Tom Walker in Hola (I Say); la produzione del gruppo inglese Rudimental su Rivoluzione; il cameo di Adriano Celentano nella canzone La Casa Azul, prodotta da El Guincho, produttore anche di Buena Vida - e che è un omaggio a Frida Kahlo e Amalia, dove rende omaggio alla fadista portoghese Amalia Rodrigues, cantata insieme alla cantante brasiliana Vanessa Da Mata e al gruppo Selton

Oltre a Frida e Amalia Rodrigues, nel quinto album di Marco Mengoni, il secondo interamente in spagnolo, ci sono anche personaggi come il pugile Muhammad Ali. "Sono un po' timido e ho dovuto fare molte guerre con me stesso. 
Così ho osservato i personaggi come Frida, Muhammed e Amalia, che non hanno avuto una vita facile e la loro forza mi ha ispirato ", ha spiegato giovedi scorso in occasione della presentazione di Atlantico alla stampa. 

Abbiamo parlato un po' con Marco del suo nuovo lavoro e del suo ritorno in Spagna.


                   Foto: Bemol Magazine


Atlantico è il tuo secondo album pubblicato interamente in spagnolo. Come ti senti? 

(MM): Ieri, durante la presentazione di Atlantico, ero molto nervoso, ma oggi sto meglio. Ritornare in Spagna è molto eccitante. All'inizio siamo venuti qui per provare come sarebbe andata come abbiamo fatto per l'Europa, ma ora è diventata una cosa seria. 

Certo che lo è, perché qui hai già il tuo fedele "Esercito Spagnolo", i tuoi fan, che sta diventando sempre più numeroso. Cosa ti ha colpito dei tuoi fan spagnoli?

MM: I fan che conosco sono incredibili. Vanno dappertutto: li trovi in ​​Italia, in Germania, in Spagna ... Sono meravigliosi. 

Dopo il Mengoni Live Tour 2016, hai fatto una pausa di due anni durante i quali hai viaggiato molto e il risultato di questa esperienza è stato Atlantico. Hai dovuto perdere te stesso per ritrovarti?

MM: Sì, perché dopo l'ultimo album, un progetto musicale durato 3 anni, ho avuto bisogno di un po' di riposo e viaggiando ho trovato ispirazione per nuove canzoni.

Che cosa hai imparato in questi due anni?

MM: Un sacco di cose come, per esempio, che devi vivere ogni momento come se fosse l'ultimo e capire che la vita è una e devi godertela al meglio. Ho anche capito che ho molti limiti.

 Limiti ne abbiamo tutti

MM: Sì, certo, ma fino ad ora non lo sapevo. A 30 anni, sono diventato più consapevole di tutto ciò che ho vissuto e dei miei limiti.

Hai raccontato che quando ti sei fermato sei riuscito a fare un bilancio. In questo senso, nella tua canzone Rivoluzione dici "Ho poco fiato ma tante cose dire" (ho poco fiato, ma molte cose da dire). Quale messaggio o quali cose hai voluto trasmettere con il tuo nuovo lavoro?

MM: Avevo  bisogno di esprimere ciò che non ho potuto dire fino ad ora, perché non avevo abbastanza forza ed esperienza per farlo. Così ora, nonostante abbia meno fiato (respiro) rispetto a prima, mi sento in grado di inviare un messaggio diverso rispetto agli album precedenti.

In Atlantico ci sono una moltitudine di suoni e ritmi che trasportano in paesi diversi, ma è un disco che, invece di separarsi come fa l'oceano, ha unito molte persone ...

MM: assolutamente sì. È un disco che tocca molte culture -come fa l'oceano- che ho potuto vedere e conoscere durante i miei viaggi. Inoltre, musicalmente parlando, ha molte influenze da altri paesi. Questa esperienza mi è piaciuta molto, perché mi sono permesso di scoprire nuova musica, anche se è vero che la più grande influenza dell'album è il latino e lo spagnolo. A questo proposito, mi è piaciuto molto lavorare con El Guincho,Produttore di El Mal Querer di Rosalia, perché due canzoni - Buena Vida e La Casa Azul - erano simili e lui è riuscito a contaminarle col flamenco.
   

La musica di Marco Mengoni, quindi, è musica senza confini?

MM: assolutamente. In effetti, ho scelto questo titolo per questo motivo. Sia il mare che l'oceano non hanno barriere, come la  musica.

Infine, per l'adattamento al castigliano di Atlantico hai lavorato con David Otero e Diego Cantero (Funambulista). Come è stato questo processo?

MM:  Una follia! È difficile adattare un disco come questo ad altre lingue, perché ha molte parole, molti modi di dire e interpretazioni del mio paese, l'Italia. Pertanto, trovare significati simili non è stato un compito facile. Né per me, né per loro capire cosa volevo dire con le mie canzoni.


Marco Mengoni accumula numeri incredibili: più di 5 milioni di seguaci sui suoi social, più di 2 milioni di album venduti e 15 premi MTV Awards, tra cui due MTV Ema "Best Artist europeo". Nonostante questo, l'artista italiano è una persona semplice, onesta, molto umile e con una curiosità che non ha limiti. Fa del suo meglio per mantenere una conversazione in spagnolo e non esita a chiedere se non conosce il significato di una parola. 
Il giorno in cui siamo stati con lui, in un hotel del centro di Madrid, si è accorto di una scacchiera sul tavolo e ha chiesto con interesse come si chiama il famoso gioco in Spagna e, nonostante ci abbia confessato che la pronuncia della lettera "jota" - con l'enfasi di Madrid - sia complicata, confermiamo che lo ha detto perfettamente.



Il 17 aprile, Marco Mengoni torna a Madrid per presentare dal vivo al Joy Eslava il suo album Atlantico (biglietti QUI ). Siamo sicuri che sarà un'esperienza incredibile e, si spera, con qualche sorpresa, perché il cantante ha già confessato che gli piacerebbe lavorare con Rosalìa. Quindi Sony Music, ti lasciamo il compito.

Voi che ci leggete, e immaginiamo siate rimasti con qualche curiosità in più, non potete perdere il Test Bemol che abbiamo fatto a Marco, in cui  potrete scoprire, tra l'altro, che cosa comprerebbe con Mille Lire.

Cos'è per te L'essenziale?
MM: Non so perchè cambia da un anno all'altro. Essere sempre se stessi e forti

E Buona Vita?
MM: Non serbare rancore
Come ti piacerebbe vederti I giorni di domani?

MM: Mi piacerebbe vedermi più giovane e senza capelli bianchi! No, come sono ora 

Cosa compreresti o venderesti per mille lire?
MM: Non hanno più valore. Comprerei una giornata di sole

Preferiresti salire sull'Everest o viaggiare attraverso L'Atlantico?
MM: Viaggiare sull'Atlantico, l'Indiano, il Pacifico







Articolo originale di Bemol Magazine qui:  Marco Mengoni: “He aprendido que hay que vivir cada momento como si fuese el último”

Testo e intervista: María Sánchez

Intervista alla registrazione: Samanta Jiménez


sabato 19 gennaio 2019

MOLTO PERSONALE: SCOPRI IL LATO UMANO DI MARCO MENGONI



Traduzione in italiano dell'articolo: 

Muy personal, por Marco Mengoni ¡Descubre su lado más humano!

Atlantico, il nuovo album di Marco Mengoni,  è il risultato di un lungo viaggio intrapreso dall'artista italiano senza una destinazione specifica, per sfuggire al rumore e cercare nuova energia; un viaggio in senso letterale, ma anche un modo di fare introspezione.

Il denominatore comune è stato l'oceano che separa l'Europa dall'America e che Marco ha attraversato più volte nel corso di più di un anno.

Il risultato è un album eclettico, più internazionale, con una maggiore apertura a nuovi suoni, che vanta collaborazioni e ospiti come lo scozzese Tom Walker in Hola, la produzione della band inglese Rudimental su Rivoluzione, il cameo di Adriano Celentano nella canzone La Casa Azul prodotta da El Guincho (che ha prodotto anche Buona vita) ed è un omaggio a Frida Kahlo e la canzone Amalia accompagnato dalla brasiliana Vanessa Da Mata, che rende omaggio alla figura della cantante portoghese di fado Amalia Rodriguez

Ci siamo avvicinati al lato più umano di Marco Mengoni per farti conoscere il volto meno conosciuto dell'artista. 
Ti immergi con noi nel suo oceano?

Questionario 

Se domani dovessi lasciare la musica, cosa faresti?
Ho studiato all'istituto d'arte e prima di diventare un cantante ho fatto il test di accesso a architettura ma non è andato bene. Mi dedicherei all'architettura.  

Un posto dove rifugiarsi - trovare pace
La mia casa e il mio studio di registrazione che ho adattato ai miei gusti. Luoghi dove posso trovare un oasi di pace.   

Il miglior consiglio che ti è stato dato
Il miglior consiglio che può essere dato a qualcuno: essere sempre se stessi

Il miglior consiglio che potresti dare ai tuoi figli
Quello che do ogni giorno a me stesso 

Cosa non sopporti nei tuoi genitori che ora vedi anche in te
Mia madre non comunica molto, è introversa e parla poco. Credo che si tratti di timidezza e (penso di essere molto simile)    

Il tuo peggior complesso ...
Il mio specchio, ero sovrappeso tra gli 11 e i 17 anni, crescendo tutto è cambiato però nella mia testa allo specchio a volte vedo ancora quel bambino grassottello che pesava 100 chili 

La tua più grande virtù ...
E difetto allo stesso tempo: sono al 100% perfezionista 

Qualcosa che non puoi sopportare ...
La bugia in tutte le sue forme

Un mantra…
Meglio chiamarla una tradizione: acquisto la prima copia di ogni disco pubblico, per il momento è andata bene, sempre No.1. Spero continui così  

Cosa non manca mai nella tua valigia quando vai in viaggio?
La voglia di partire, quella non manca mai. Materialmete potrei lasciare tutto, forse il cellulare per rispondere ai mille whatsapp

 La verità rende liberi ... ma ogni tanto una bugia pietosa non guasta ... menti o sei uno di quelli che dicono mezze verità?
Sì, occasionalmente,  se qualcosa ferisce qualcuno è meglio dire una bugia, non si tratta proprio di mentire ma di ammorbidire il messaggio. 

Il miglior ricordo degli ultimi due anni ...
Dopo 2 anni di viaggio, aprire la valigia in senso figurato ed estrarre tutte le esperienze vissute per inserirle nel mio album Atlantico. 

Cos'è che non perdoni o più è difficile per te perdonare.
Le bugie, sempre

I capelli già bianchi, li nascondi? 
Ho appena compiuto 30 anni, i capelli bianchi li prendo sportivamente  

Cosa deve avere una donna per farti innamorare?  Cosa ti attrae di più?
In ogni situazione, contesto o momento può attrarti una cosa diversa, non so cosa rispondere ... e non sempre cerchiamo la stessa cosa o una in particolare

Che musica ascolti a casa o in macchina?
Di tutto, specialmente in questi ultimi 2 anni in cui ho viaggiato a Cuba, Stati Uniti, Portogallo e più paesi. Ascolto molta musica in auto. In questo periodo sento molto Rosalia, impazzisco per lei e il suo disco El mal querer 

La cosa più romantica che hai fatto nella tua vita?
Scrivere canzoni

Una parola che ti rende felice pronunciare  
Nonno

Articolo di Nuria Serena per Cada Dial. Originale Muy personal, por Marco Mengoni ¡Descubre su lado más humano!

venerdì 18 gennaio 2019

Atlantico, il nuovo album di Marco Mengoni (traduzione da spagnolo)


Marco Mengoni durante la presentazione di Atlantico a Madrid | Foto: Bemol Magazine


Dopo quasi tre anni di assenza e di meritato riposo, il 30 novembre l'artista italiano Marco Mengoni ha pubblicato Atlantico, il suo quinto album in studio.  
Il disco, lanciato sul mercato italiano in cinque edizioni diverse ("Attraverso la gente", "Filtro di coscienza", "Immersione emotiva", "Oceano Di Esperienza" e "Piano Unico"), comprende 15 nuovi brani. 

Oggi, un mese e mezzo dopo, Marco Mengoni attraversa il mare che separa l'Italia dalla Spagna per presentare la versione castigliana di Atlantico . 
Questo lavoro è il risultato di un lungo viaggio intrapreso da Marco senza una precisa rotta o destinazione, ma cercando di allontanarsi dal rumore, con l'obiettivo di trovare nuove energie; un viaggio in senso letterale, ma anche un modo per fare introspezione e guardarsi dentro. 


Noi di Bemol Magazine, abbiamo intenzione di immergerci nelle profondità di questo oceano per sviscerare ogni canzone e le storie del nuovo disco dell'artista Nº1 del pop in Italia. Ci accompagnate?



Foto: @mengonimarcoofficial


Atlantico è un viaggio sonoro ed emozionale attraverso le coste che bagnano il secondo oceano più grande del mondo. Una traversata che comincia con Quiero (Voglio), un brano pop con tinte elettroniche che in certi momenti suona in modo retrò, anni ottanta, ma che confluisce anche nei ritmi attuali. Una sinergia di suoni che funziona e rinforza lo spirito di una canzone che parla dell'importanza di essere sempre se stessi.

Con "la musica alta" e l'energia della canzone che apre l'album, ci trasferiamo a Berlino, passando prima da Glasgow (Regno Unito), città natale di Tom Walker. Insieme a questo cantante e cantautore scozzese, Mengoni canta Hola (I say), una ballade che cresce d'intensità nel tempo. È, a nostro avviso, uno dei grandi gioielli dell'album, non solo per la buona armonia tra gli artisti, ma per il tema trattato. Marco fa un parallelo tra l'esperienza di affrontare una lingua sconosciuta e la vita in generale. Molte volte ci sforziamo, riflettiamo e trascorriamo ore cercando di imparare qualcosa (una lingua, per esempio) e quando pensiamo di esserci riusciti, il ritorno alla vita quotidiana ci porta a disimparare, generando frustrazione, rabbia verso le nostre barriere - "muro di Berlino" - che ci impediscono di andare avanti. "A cosa è servito studiare spagnolo se l'unica cosa che so dire è hola, hola eh, eh".

Con Buena Vida (Buona Vita), il cantautore italiano dimostra che è possibile adattarsi ai nuovi tempi, senza cadere nelle convenzioni. Lontano dall'optare per un reggaeton commerciale, accattivante e banale, Mengoni spiega un arsenale di ritmi latini che si fondono con strizzatine d'occhio al flamenco e agli arpeggi di chitarra spagnola. La produzione di questo brano è di Pablo Díaz-Reixa, "El Guincho" -produttore di El Mal Querer di Rosalía-, che merita di essere evidenziato.

Continuando con il nostro percorso, ci fermiamo negli Stati Uniti, il luogo di nascita di Muhammad Ali. Il grande pugile diventa il protagonista di una canzone che si occupa della capacità dell'essere umano di affrontare gli ostacoli che la vita gli pone davanti. La vita è un ring in cui a volte si vince, a volte si perde ... ma "siamo tutti Muhammad Ali" e siamo pronti a combattere.

E dal "Re del Ring", ci trasferiamo in Messico per alloggiare nella Casa Azul della pittrice Frida Kahlo. È una canzone che, basandosi su metafore, rende omaggio all'artista messicana. La vita di Frida è stata segnata dalla sfortuna poichè ha contratto la poliomielite e ha subito un grave incidente giovanile, che l'ha costretta a letto per lunghi periodi. Nonostante ciò, l'artista ha lasciato un'importante eredità pittorica ed è diventata un simbolo del femminismo grazie al suo modo di intendere l'arte. Un modo di vivere, che si collega perfettamente con la filosofia del brano precedente e la cui produzione è ancora opera di Guincho.

Il flow e lo swag trovano la loro massima espressione in Pa 'Que Lo Tires (Mille Lire). La canzone delle mille lire, che nella versione spagnola mancano per forza di cose, invita a mantenere intatta la nostra essenza, anche se non è conforme alle aspettative degli altri. Così, Marco Mengoni canta che "forse non sono quello che ti aspettavi", è per questo che è meglio separarci e smettere di perdere tempo. Tuttavia, "Spero che tu stia bene". 
    
La strumentale Intro Della Ragione è capace di condurci ad un stato di pace. Un'orchestra di archi ci trasporta nell'oscura e silenziosa notte di La Ragione del Mondo, dove troviamo un Mengoni più riflessivo, che si fa domande sul senso del mondo.

E dopo la notte arriva il giorno e il Portogallo ci dà il benvenuto. La cantante brasiliana Vanessa Da Mata, il gruppo Selton e Marco rendono omaggio alla figura della fadista portoghese Amalia Rodrigues con Amalìa, la giovane con l'anima inquieta. Di seguito, Revoluciones (Rivoluzione)esplode grazie al miscuglio di ritmi che ricordano Bollywood, con la produzione del gruppo inglese Rudimental.


Everest e Los Días de Mañana (I giorni di domani) mostrano il lato più romantico dell'artista italiano e costituiscono il preludio perfetto per continuare il viaggio  sull'Atlantico (Atlantico). Che sia "in auto o in treno senza freni", il cantante di Ronciglione dichiara che "ci basta l'amore a far girare il motore" e iniziare un'avventura che culmina con Dos Locos (Dialogo Tra Due Pazzi), l'ultimo brano del disco. Utilizzando i ritmi africani, Mengoni intraprende una sorta di dialogo interiore con l'obiettivo di indagare nella sua essenza più pura.  

"Volevo seguire il mio istinto, prendermi cura di me stesso e delle persone che ne avevano bisogno. In questa parentesi della mia vita ho viaggiato, osservato, vissuto e provato diverse emozioni", confessa. 
Il risultato di tutte queste esperienze è un album eclettico, con forti contrasti e marcato carattere internazionale, che emana ottimismo e vitalità in ogni nota. 

Senti, lasciati andare e tuffati nelle profondità dell'oceano ATLANTICO di Marco Mengoni . Disponibile ora in formato fisico e su tutte le piattaforme digitali CLICCA QUI

Testo: María Sánchez
Articolo originale di Bemol Magazine  Así es Atlantico el nuevo álbum de Marco Mengoni