mercoledì 23 gennaio 2019

MARCO MENGONI: BISOGNA VIVERE OGNI GIORNO COME FOSSE L'ULTIMO

Marco Mengoni, l'artista pop numero 1 in Italia, ha presentato in anteprima il suo nuovo album Atlantico lo scorso venerdì, in un'edizione interamente in spagnolo per il mercato spagnolo. 


                   Foto: Bemol Magazine


Dopo un progetto discografico costituito da due dischi - Parole in Circolo  (2015) e Le Cose Che Non Ho (2015) - che lo ha tenuto in giro per tre anni, con un tour di successo in Italia ed Europa, Mengoni Live Tour 2016, il cantautore italiano doveva fermarsi per riposare e trovare ispirazione. La pausa, durata due anni, ha prodotto Atlantico, che è il risultato di un viaggio intrapreso da Mengoni senza una destinazione specifica, ma con l'obiettivo di allontanarsi dal rumore, concentrarsi e cercare nuove energie. Un viaggio in senso letterale, ma anche di introspezione e di sguardo interiore.  

Il comune denominatore di questo viaggio è stato l'oceano che separa il continente europeo dall'America, che Marco ha sorvolato in molte occasioni e che gli ha permesso di avvicinarsi e incontrare culture diverse. Brasile, Messico, Cuba e New York, sono stati alcuni dei paesi che l'artista ha visitato negli ultimi due anni, alla ricerca di esperienze e nuove storie da raccontare. 
"In questo album ho messo molti input diversi musicalmente parlando", ha dichiarato. Ha anche confessato di aver scelto la parola Atlantico come titolo perché "L'Atlantico è un oceano che non ha barriere. In questi ultimi tempi, sembra che non abbiamo imparato molto dalla nostra storia e ogni volta costruiamo più muri. Non mi piace e, quindi, Atlantico incarna libertà, passione e una miscela di molteplici influenze musicali di altre culture."

Una fusione di culture che non è solo presente nei ritmi e nelle canzoni, ma anche nelle collaborazioni che l'album include. Quindi, troviamo la voce profonda dello scozzese Tom Walker in Hola (I Say); la produzione del gruppo inglese Rudimental su Rivoluzione; il cameo di Adriano Celentano nella canzone La Casa Azul, prodotta da El Guincho, produttore anche di Buena Vida - e che è un omaggio a Frida Kahlo e Amalia, dove rende omaggio alla fadista portoghese Amalia Rodrigues, cantata insieme alla cantante brasiliana Vanessa Da Mata e al gruppo Selton

Oltre a Frida e Amalia Rodrigues, nel quinto album di Marco Mengoni, il secondo interamente in spagnolo, ci sono anche personaggi come il pugile Muhammad Ali. "Sono un po' timido e ho dovuto fare molte guerre con me stesso. 
Così ho osservato i personaggi come Frida, Muhammed e Amalia, che non hanno avuto una vita facile e la loro forza mi ha ispirato ", ha spiegato giovedi scorso in occasione della presentazione di Atlantico alla stampa. 

Abbiamo parlato un po' con Marco del suo nuovo lavoro e del suo ritorno in Spagna.


                   Foto: Bemol Magazine


Atlantico è il tuo secondo album pubblicato interamente in spagnolo. Come ti senti? 

(MM): Ieri, durante la presentazione di Atlantico, ero molto nervoso, ma oggi sto meglio. Ritornare in Spagna è molto eccitante. All'inizio siamo venuti qui per provare come sarebbe andata come abbiamo fatto per l'Europa, ma ora è diventata una cosa seria. 

Certo che lo è, perché qui hai già il tuo fedele "Esercito Spagnolo", i tuoi fan, che sta diventando sempre più numeroso. Cosa ti ha colpito dei tuoi fan spagnoli?

MM: I fan che conosco sono incredibili. Vanno dappertutto: li trovi in ​​Italia, in Germania, in Spagna ... Sono meravigliosi. 

Dopo il Mengoni Live Tour 2016, hai fatto una pausa di due anni durante i quali hai viaggiato molto e il risultato di questa esperienza è stato Atlantico. Hai dovuto perdere te stesso per ritrovarti?

MM: Sì, perché dopo l'ultimo album, un progetto musicale durato 3 anni, ho avuto bisogno di un po' di riposo e viaggiando ho trovato ispirazione per nuove canzoni.

Che cosa hai imparato in questi due anni?

MM: Un sacco di cose come, per esempio, che devi vivere ogni momento come se fosse l'ultimo e capire che la vita è una e devi godertela al meglio. Ho anche capito che ho molti limiti.

 Limiti ne abbiamo tutti

MM: Sì, certo, ma fino ad ora non lo sapevo. A 30 anni, sono diventato più consapevole di tutto ciò che ho vissuto e dei miei limiti.

Hai raccontato che quando ti sei fermato sei riuscito a fare un bilancio. In questo senso, nella tua canzone Rivoluzione dici "Ho poco fiato ma tante cose dire" (ho poco fiato, ma molte cose da dire). Quale messaggio o quali cose hai voluto trasmettere con il tuo nuovo lavoro?

MM: Avevo  bisogno di esprimere ciò che non ho potuto dire fino ad ora, perché non avevo abbastanza forza ed esperienza per farlo. Così ora, nonostante abbia meno fiato (respiro) rispetto a prima, mi sento in grado di inviare un messaggio diverso rispetto agli album precedenti.

In Atlantico ci sono una moltitudine di suoni e ritmi che trasportano in paesi diversi, ma è un disco che, invece di separarsi come fa l'oceano, ha unito molte persone ...

MM: assolutamente sì. È un disco che tocca molte culture -come fa l'oceano- che ho potuto vedere e conoscere durante i miei viaggi. Inoltre, musicalmente parlando, ha molte influenze da altri paesi. Questa esperienza mi è piaciuta molto, perché mi sono permesso di scoprire nuova musica, anche se è vero che la più grande influenza dell'album è il latino e lo spagnolo. A questo proposito, mi è piaciuto molto lavorare con El Guincho,Produttore di El Mal Querer di Rosalia, perché due canzoni - Buena Vida e La Casa Azul - erano simili e lui è riuscito a contaminarle col flamenco.
   

La musica di Marco Mengoni, quindi, è musica senza confini?

MM: assolutamente. In effetti, ho scelto questo titolo per questo motivo. Sia il mare che l'oceano non hanno barriere, come la  musica.

Infine, per l'adattamento al castigliano di Atlantico hai lavorato con David Otero e Diego Cantero (Funambulista). Come è stato questo processo?

MM:  Una follia! È difficile adattare un disco come questo ad altre lingue, perché ha molte parole, molti modi di dire e interpretazioni del mio paese, l'Italia. Pertanto, trovare significati simili non è stato un compito facile. Né per me, né per loro capire cosa volevo dire con le mie canzoni.


Marco Mengoni accumula numeri incredibili: più di 5 milioni di seguaci sui suoi social, più di 2 milioni di album venduti e 15 premi MTV Awards, tra cui due MTV Ema "Best Artist europeo". Nonostante questo, l'artista italiano è una persona semplice, onesta, molto umile e con una curiosità che non ha limiti. Fa del suo meglio per mantenere una conversazione in spagnolo e non esita a chiedere se non conosce il significato di una parola. 
Il giorno in cui siamo stati con lui, in un hotel del centro di Madrid, si è accorto di una scacchiera sul tavolo e ha chiesto con interesse come si chiama il famoso gioco in Spagna e, nonostante ci abbia confessato che la pronuncia della lettera "jota" - con l'enfasi di Madrid - sia complicata, confermiamo che lo ha detto perfettamente.



Il 17 aprile, Marco Mengoni torna a Madrid per presentare dal vivo al Joy Eslava il suo album Atlantico (biglietti QUI ). Siamo sicuri che sarà un'esperienza incredibile e, si spera, con qualche sorpresa, perché il cantante ha già confessato che gli piacerebbe lavorare con Rosalìa. Quindi Sony Music, ti lasciamo il compito.

Voi che ci leggete, e immaginiamo siate rimasti con qualche curiosità in più, non potete perdere il Test Bemol che abbiamo fatto a Marco, in cui  potrete scoprire, tra l'altro, che cosa comprerebbe con Mille Lire.

Cos'è per te L'essenziale?
MM: Non so perchè cambia da un anno all'altro. Essere sempre se stessi e forti

E Buona Vita?
MM: Non serbare rancore
Come ti piacerebbe vederti I giorni di domani?

MM: Mi piacerebbe vedermi più giovane e senza capelli bianchi! No, come sono ora 

Cosa compreresti o venderesti per mille lire?
MM: Non hanno più valore. Comprerei una giornata di sole

Preferiresti salire sull'Everest o viaggiare attraverso L'Atlantico?
MM: Viaggiare sull'Atlantico, l'Indiano, il Pacifico







Articolo originale di Bemol Magazine qui:  Marco Mengoni: “He aprendido que hay que vivir cada momento como si fuese el último”

Testo e intervista: María Sánchez

Intervista alla registrazione: Samanta Jiménez


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