venerdì 11 gennaio 2013

Incontro con Marco a START UP


Marco Mengoni è uno dei rari casi in cui critica e pubblico si sono trovati d'accordo. Vincitore acclamato della terza edizione di X-Factor, conquista le vette delle calssifiche con "Dove si vola".
La sua personale impronta vocale gli regala subito uno stile inconfondibile. La conferma arriva al Sanremo del 2010 dove presenta "Credimi ancora".
Successivamente Re Matto Tour è una vera sorpresa per il pubblico: un vero spettacolo che vince il Best Italian Act agli MTV e la nomination agli europei che Mengoni si aggiudica il 19 ottobre 2010, primo artista italiano a fregiarsi di questo riconoscimento.
Nel 2011 Solo 2.0 presenta il lato intimista di Mengoni che si mette in gioco con un tour teatrale concepito insieme ad Elisa e Andrea Rigonat. Nel frattempo esce "Dall'inferno", il nuovo singolo e ancora, una serie di backstage, video e live, che confermano la sua crescita continua e la voglia di cambiamento. 
Nel 2012 la voce di Mengoni entra nel magico mondo dei cartoni animati: Marco infatti ha doppiato con grande successo uno dei protagonisti di "Lorax, il guardiano della foresta", aggiudicandosi poi il premio speciale "Voce rivelazione cartoon" al Leggio d'oro.
Marco partecipa al progetto "Io ci sono", il tributo a Giorgio Gaber, si prende una pausa di riflessione per preparare il nuovo album e viene scelto tra i partecipanti del Festival di Sanremo 2013. Durante questa pausa ha trovato il tempo di raccontarsi in esclusiva a Start Up.


Mi piace moltissimo qui, la cucina è il mio ambiente ideale.
Questo è sicuramente un momento decisivo, arriviamo dall'ultimo disco che era molto più cupo, più introverso, mentre adesso ho ritrovato un po' di pace, più serenità. Sto scrivendo in modo più positivo.
Cosa fa Marco in un giorno qualunque, quando non lavora?

In questo mestiere è molto difficile avere una routine, dei punti fissi, perchè ogni mese cambi e puoi ritrovarti a lavorare con persone e tempistiche diverse. Credo che ogni giorno sia speciale in questo lavoro, ne succedono di tutte e incontri persone durante tutto il tuo percorso che ti portano a cambiare direzione.  

Questo lavoro ha scelto te e tu hai scelto lui perchè hai deciso di cantare anche cose impegnative.
Forse è lui che ha scelto me, credo di odiare un po' la musica perchè in generale odio tutto ciò che crea dipendenza. Sono un folle per natura, prediligo la follia perchè è sinonimo di libertà. La musica non mi permette questo, chiama e noi dobbiamo solo inginocchiarci.
Forse non sono mai stato re, nonostante sia nato il 25 dicembre. Spero di poter essere sempre matto nella mia vita.

Da dove proviene la tua grande intensità vocale?
Non so, tutti mi dicono che sembro più grande, mi danno tutti trent'anni, ho la faccia vissuta, con le rughe, infatti di solito faccio il coglione così compenso.
Credo che l'intensità della voce di un cantante provenga dalle esperienze che ha fatto, dal background. Per le corde vocali ringrazio semplicemente mamma, per l'approccio alla musica tutti gli artisti che ho ascoltato dai quali cerco di prendere quello che posso e farlo mio, da Wagner, a Billie Holiday.

Passando anche per Giorgio Gaber visto che hai interpretato un suo brano..
Sì e me ne vergogno tantissimo. Ci sono dei cantautori (anche se è riduttivo definirli così) che sono artisti completi, uno di questi era il Signor G, lui è teatro, è musica, è qualsiasi cosa. Ho sempre cercato di emularlo, soprattuttto nella gestualità, adoro tutto ciò che è movimento, che per me è anche quello che indossiamo. Noi siamo tutto quello che facciamo.
Lui ha inventato il Teatro Canzone, una cosa che oggi diamo per scontata ma al tempo era un'innovazione pazzesca.

I tuoi spettacoli sono sempre costruiti con molta cura e particolarità. Che emozione provi a cantare dal vivo per la gente?
L'ambiente ideale per me è il live. Odio stare in studio, prima di tutto perchè mi piace il rischio e nel live hai una sola chance, almeno con quelle persone. E' bello mettersi in gioco. Prima di salire sul palco ho molta strizza, poi penso sempre che possa essere l'ultima volta quindi devo cercare di aggrapparmi da qualsiasi parte. Nonostante la febbre che ho spesso, devo mangiare il pubblico con qualunque strumento abbia a disposizione. Ovviamente metà del lavoro lo fanno loro, credo nelle energie, è il pubblico che ti dà la forza per affrontare un concerto, magari dopo una giornata negativa. Quando sali su un palco non sai mai quello che ti aspetta, ed è questo il bello, è una micro-vita.

Se una volta ci si poteva affermare con le radio private, adesso il Talent Show sembra l'unica via possibile?
Alla fine X-Factor è un casting di tante puntate che passa in Tv. Lo rifarei con più consapevolezza, ero piccolo e non capivo molto, ma forse è stata davvero anche questa la mia fortuna.

Questo programma si chiama Start Up, tu sei protagonista delle più grandi start up della musica italiana, se ci fossero altri Mengoni, giovani con voglia di fare musica come te, che consigli daresti?
Probabilmente non ho ancora così tanta esperienza per poter dare consigli, però quello che ho capito in quattro anni di questo mestiere è che bisogna circondarsi di persone di cui ci fidiamo ciecamente. Non importa che facciano parte di questo ambiente, ma devono avere un cuore e un'anima che coincidano con i tuoi. Poi sono vere le cose più banali, essere se stessi, lottare contro una discografia che ti permette sempre meno, perchè anche loro hanno i loro problemi.

In questo momento diciamo che è in crisi tutto il sistema. Tu, anche se la parola è brutta, sei il prodotto di un sistema nuovo
Sono il prodotto della crisi! Bello, lo uso per un testo, possiamo appuntarlo?

Oggi, nell'era di Internet c'è un'evoluzione nel mondo e nella produzione musicali, non si può più pensare a quella che è stata l'epoca del vinile, pur fondamentale, altrimenti non sarebbero esistiti i Beatles e molti altri.
Infatti l' RCA di Roma che mi raccontano non esiste più, è un peccato.
Io sono un estimatore da poco dei Beatles, non li avevo mai ascoltati. Ho iniziato a cantare tardi rispetto a molti miei colleghi, a 16 anni e prima la musica non faceva parte della mia vita. Sono partito dal Jazz e non ne sapevo niente, poi i miei primi produttori mi hanno regalato due dischi dei Beatles e io pensavo che non ce l'avrei fatta, invece credo che siano diventati il mio gruppo preferito.

Oggi è importante per un artista avere contatto diretto col pubblico: tu hai una pagina FB molto frequentata. Com'è il Mengoni Social Network?
E' affollata e la tirano avanti loro, perchè io sono un po' antico, sono rimasto all'età della pietra. Non frequento moltissimo i social, ma non lo facevo neanche prima, non avevo un profilo privato neanche quando ero un povero cameriere, barista o un "musicista di strada" . Di sicuro sono molto utili, io ogni tanto scrivo dei pensieri, ultimamente condivido molta musica. L'ultima è di un gruppo, i Citizens, di cui mi ha colpito molto il messaggio del video. La canzone parla d'amore ma si vedono coppie senza distinzioni sessuali, che si baciano e amoreggiano nelle svariate situazioni: in mezzo a una rivolta con la polizia o per strada.  Ho scaricato (legalmente) tutto il disco, è un gruppo davvero figo, come dovremmo dire noi giovani!

Cosa c'è nella tua playlist?
C'è un miscuglio di cose.  Attingo, o mi piacerebbe,  da David Bowie e Erikah Badu. Vengo dal soul, dalla parte nera della mia anima.

Quando hai partecipato al festival Gaber hai dedicato un omaggio a Amy Winehouse
Sì, non era previsto, Dalia è stata carinissima e disponibile qunado gliel'ho proposto. Ho detto che stavamo festeggiando un grandissimo artista che ci aveva lasciato e che volevo omaggiare anche lei che purtroppo ci ha regalato solo due dischi. Ero estasiato perchè avevo il biglietto per il suo concerto a Lucca, che poi è stato annullato. Poi ho avuto la brutta notizia quando ero in studio col disco appena concluso e mi ha fatto male.

Ci puoi dare qualche anticipazione sul nuovo progetto discografico?
No! La musica, per chi scrive, per chi vuole raccontare un po' di sè, va di pari passo con la vita quotidiana. Io ho passato un anno veramente (si può dire?) di merda, questo album viene dalla voglia di rinascita, dalla resurrezione. Il mood è positivo come me in questo periodo.

Comunque, essendo uno dei personaggi che ha maggior gradimento tra i giovani, ti senti responsabile per essere considerato un modello per tanti ragazzi?
Non credo che sia del tutto vero. Devo stare molto attento perchè per il fatto che amo la libertà a volte dimentico di essere un personaggio pubblico. Sì, provo un po' di responsabilità ma credo che i nostri ragazzini siano molto maturi già a undici anni per cui capiscano quale strada percorrere senza dover emulare troppo dei miti che in fondo sono persone normali. Io non sono molto equilibrato, sono un po' irregolare, ma chi non lo è?

Hai detto che hai cominciato a fare il musicista non volendo, come ti immaginavi allora a trent'anni?
In verità a 33 anni mi scade il contratto visto il giorno di nascita, dovrei rinnovarlo! Non mi immaginavo, ho fatto istituto d'arte, industrial design, dovevo entrare ad architettura e sono stato una pippa  al test di ingresso, ho scelto lingue e poi non ho frequentato perchè sono andato a X-Factor, da lì è iniziato tutto questo. Nel frattempo a 14 anni ho iniziato a lavorare al bar, ho fatto uno stage di Jazz, ho cambiato tantissimi gruppi, facevamo rock, musica standard, tipo Deep Purple o Pink Floyd.

Visto che sei un artista libero e irrequieto e come dice Gaber "Libertà è partecipazione", noi ti ringraziamo per aver partecipato.





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