martedì 18 giugno 2013

Interviste in Canton Ticino


Da RadioTelevisoneSvizzera

              

Marco come hai cominciato a cantare?
Più o meno a 16 anni, avevo avuto degli input perchè mia madre cantava e comunque i miei genitori amavano ascoltare musica ma a me non importava niente. Ho cominciato con gli amici a fare il karaoke e la prima volta che ho cantato da solo si sono girati verso di me dicendomi " Mah..sai che forse sei bravino? "quindi ho preso coraggio e ho iniziato pianoforte, chitarra, scuola di canto che ho lasciato dopo pochi mesi perchè non sopporto le costrizioni e le leggi nell'arte e ho cominciato a fare serate con il mio primo gruppo rock ( Deep Purple, Cranberries, Pink Floyd), i Brainless, poi ho avuto un gruppo di dance anni 70/80.
Come si diventa Marco Mengoni? Qual è il percorso?
Uno nasce quello che è e prende la propria strada. Bisogna soffrire? Se si fa con passione non si soffre. Le esperienze della vita ti fanno stare male, ma nel lavoro fatto con passione e perchè ci credi anche le cose negative ti portano ad essere quello che sei oggi. Bisogna fare con passione qualsiasi cosa ci venga proposta. A 14 anni mi è stato proposto di fare il cameriere e il barista e ero titubante anche perchè studiavo, sono figlio unico e non avevo tanto bisogno. Ho accettato e dopo una settimana di prova ho trovato la luce in fondo al tunnel, a un ragazzo molto timido che deve per forza confrontarsi con gli altri, che deve mettersi in situazioni di imbarazzo ha aiutato tantissimo a superare tanti limiti che ho ancora anche se non c'entra niente con la musica, ma comunque mi ha aiutato a livello personale perchè ha dato il via allo stare su un palco, anche se lì è come se vivessi un'altra vita quando parte il primo accordo. Prima di salire sul palco mi emoziono, la vivo come se fosse sempre la prima volta, spero di sentirlo per tutta la vita e se non lo sentissi più dovrei ritirarmi immediatamente.
Il problema è quando scendi dal palco, perchè c'è l'assalto. Il ragazzino che cantava nei Brainless si immaginava che sarebbe successa una cosa così?
Uno dei ragazzini è in marina e fa medicina, l'hanno massacrato per sei anni, era il batterista, quello più fuori di testa, invece adesso è un'altra persona, tipo un automa. Vedi come le vite cambiano completamente. No, non se lo sarebbe immaginato e neanche io. 


                                     

Però è bello vedere che sei disponibilissimo con un esercito vero e proprio di fan quando finisci di cantare.
Quando finisco sono triste. Dopo la prima fase del tour, ora che non ho date devo trovare cose da fare perchè mi viene una depressione cosmica, intanto mi faccio venire la febbre, cose che mi tengono un po' occupato.

L' altro giorno a Locarno c'è stato un piccolo retroscena, io gli ho fatto i complimenti e l'intervista è finita lì perchè ci siamo emozionati, quest'anno anche per me è stato un anno molto mengoniano, da Sanremo all'Eurovision. All'Eurovision in particolare lui se avesse potuto avrebbe tirato tutti i suoi fan nell'arena e avrebbe passato il tempo con loro invece di fare le prove. Su youtube ha messo le versioni audio della finale prese direttamente dal microfono.Cercate Mengoni voice only.

Cos'è il talento per te?
E' la passione in tutto. Questo mestiere è un'alchimia di cose che si incastrano: il momento giusto, come ti comporti, a che livello è la tua crescita, come arrivi al pubblico e quello che dai. Poi tutti hanno un talento secondo me, tutto sta nel trovare il momento giusto e usarlo in base alle tue esperienze. 




L'esperienza del talent cosa ti ha lasciato?
Nulla perchè non mi ricordo nulla!! Ho una memoria di 500 mega che ogni fine settimana viene resettata. No, ho dei ricordi, siamo stati reclusi tre mesi in un loft senza contatti con l'esterno, comunque è stata la mia prima esperienza di fronte a una telecamera, mettersi in gioco e aprirsi così tanto per me era molto difficile, è stata una sfida con me stesso. Da ragazzo molto timido andare in tv e comunque parlare di cose intime tipo la musica è stato difficile. Sicuramente cresci insieme al programma, poi ti stacchi, dopo l'ultima puntata esci nel mondo vero e devi far forza sulle persone che ami e che ti sono vicine e non devi perdere la testa. Devi stare ben piantato per terra senza distrazioni di altro tipo, tanto dura un anno. E' facilissimo perdersi, bisognerebbe non dar retta a nessuno e seguire il proprio istinto. Come animali avremmo l'istinto per fiutare un pericolo o una fonte di sopravvivenza ma ce lo dimentichiamo e soprattutto spesso ci sentiamo superiori a tutti, tipo devastare la natura, noi non siamo padroni del nostro pianeta, è solo in prestito. 

A proposito di momenti importanti, in quest'anno ne hai vissuti parecchi a cominciare da febbraio dove ti è capitato sia di vincere il festival sia di ricevere i complimenti dalla famiglia Tenco per la canzone che hai presentato. Sono due cose che segnano una persona che vive di musica.
Sicuramente mi ha segnato 

quell'esibizione. Avevo paura ma ho voluto portare quel pezzo perchè non mi vergogno a dire che la prima volta che l'ho sentito mi sono messo a piangere e quindi volevo riportare quell'emozione. I complimenti della famiglia sono stati positivi, ci siamo visti anche dopo la data di Genova e ne è nata anche un'amicizia. 

Appena finita la finale all'Eurovision siamo scesi nei camerini e quando ci hai visto hai iniziato a urlare " Lugano Lugano Svizzera 12 punti Italia!"
Immaginavo che le nazioni vicine a noi dessero dei voti, ancora di più cantando in italiano. Pensavo a due voti, invece dodici, esagerati!! E' bellissimo e mi ricordo la data a Lugano con molto piacere. Il mio bassista ha origini luganesi.

Questa esperienza relativa a Eurovision mi porta a fare un passo avanti. Ascoltando il disco e vedendoti dal vivo, colgo, e non sono l'unico, una tua potenziale dimensione internazionale, è una riflessione che state facendo o rimarrà una chimera? E' una strada da percorrere?
Sarebbe meraviglioso uscire dal proprio territorio, per il momento lo facciamo con la co-scrittura, nel disco ci sono degli autori internazionali, abbiamo fatto l'Eurovision, siamo in classifica in alcuni paesi esteri.
Come te la cavi con l'inglese?
Una schifezza! Una buonissima pronuncia quando canto.

Come nascono le collaborazioni?
La vita è una questione di caso, nel senso ti trovi nello stesso studio di Gianna (Nannini), esce dicendo "sento un odore sento un odore", ero io. Dopo due giorni mi ha mandato questo pezzo con Pacifico e Tagliapietra al quale abbiamo lavorato. Per Cremonini non c'era pezzo più giusto visto il titolo, io ho iniziato con re Matto, è anche un po' critico, mi piaceva. Appena mi ha chiamato Fossati sono corso al bagno, questa chiamata forse è una delle cose più belle che ho vissuto durante questo progetto.



Come si svolge il tuo contributo al disco? Come scrivi i pezzi?
Disegno i testi, faccio uno storyboard, poi tiro giù tutte le parole che prendono senso in seguito.
Avendo studiato all'istituto d'arte sei educato al bello, quanto è importante lo studio dell'arte, frequentarla, cercare di farla, respirarla?
Lo stai chedendo a uno che ci vive anche se la odio, sia la musica che l'arte in generale, un po' perchè è un mio limite, non posso scappare, dirle di no, appena parte un pezzo mi prende, mi si apre un mondo e devo immergermi completamente. Io odio le dipendenze e invece sono completamente dipendente da questa. Non posso evitare di vedere un'opera in tv per esempio e molti mi uccidono perchè la musica classica o il jazz non arrivano dappertutto, però io devo necessariamente guardare. L'arte è importantissima. Se il mondo si divide tra arte e scienza e matematica io sto sprofondato nel mondo dell'arte e voglio esserne sommerso.
Sembra che tu stia chiedendo scusa di essere artista. Dici che sei pronto a correre, ma qual è la gara?
Non lo so, in un domani incerto ma che voglio scoprire man mano perchè per me è bello vivere con un punto interrogativo. Dico che non sono artista perchè la parola è abusata, come la parola politica. L'artista per me ha un valore incredibile, io per ora non mi ritengo tale ma credo di essere un dipendente della musica.





A cosa ti sei ispirato per scrivere "L'essenziale"?
Io l'ho vista più ispirata a questa società perchè abbiamo bisogno di speranza. In questi anni avevo voglia di dare a chi mi ascolta un raggio di luce quindi con la prima frase immaginiamo una catastrofe ma con la seconda componiamo nuovi futuri, l'altro autore si è ispirato più all'amore. Io ho un po' di problemi con l'amore ma chi non li ha? Ed è bene, altrimenti di che scriviamo?
Si parlava dei concorsi, a noi sembra che tu sì sia molto emozionato, ma te la godi di brutto, sbaglio?
E devi vedere in tour! Godo tantissimo nel mio habitat naturale che è il palco. Ogni cosa va vissuta come se fosse l'ultima, io non so se ci sarò domani. Prima di salire sul palco l'emozione arriva dal pensiero che potrebbe essere l'ultima volta, nonostante io stia sempre male (spesso ho problemi alla gola), quando entro lì svanisce tutto. Spero lo sia anche per quelli che sono davanti perchè alla fine un concerto è uscire col sorriso, il divertimento e tante idee positive per la testa.

Io amo cantare e vorrei qualche consiglio.
Lascia perdere, sei ancora in tempo!! Ti faccio una domanda: suoni qualche strumento?
No, però ho studiato piano.
Ti piacerebbe continuare? Sai quanto ti aiuterebbe? Non per diventare pianista ma perchè il cantante professionista ha bisogno di conoscere. Quando sarai su un palco, e io te lo auguro quando i tempi saranno molto migliori anche per la discografia, perchè tu devi crescere, avrai bisogno di condividere con i tuoi musicisti. Conoscere un minimo la musica toglie tante barriere, io non so suonare il piano, so fare gli accordi che mi servono per comporre i pezzi magari all'inizio, poi ci sono gli arrangiatori che ti rifanno quello che gli chiedi, non togliamo lavoro a nessuno ma arricchisci sicuramente il tuo essere.



Da Radio3i

E' un periodo di grandissime soddisfazioni e di grandi numeri. Il tuo comunicato stampa era fermo a 11.000.000 di visualizzazioni per il video di "L'essenziale" . Oggi ne hai 16.030.995. Non ti fa venire la febbre questo numero?
Sì, infatti ho la febbre! Quest'anno è stato veramente particolare per me. E' bello intenso di emozioni perchè ho cambiato tutto il mio team e ci siamo avventurati in questo nuovo progetto non sapendo come venisse accolto questo nuovo Mengoni, devo dire che è andata molto bene.  





Tu hai un potenziale emozionale fortissimo.
Sono un po' diesel, ci metto un po' per accendermi. La mia parte di timidezza è rimasta, però mi sono un po' aperto, poi quando uno è sul palco è come se fosse su un altro pianeta, quando inizia il primo accordo viene dimenticato tutto, la timidezza o il vergognarsi.
Sei quello che viene definito "un animale da palcoscenico", forse l'espressione non ti piace ma tu il palcoscenico te lo "magni" proprio.
No, io amo questa espressione perchè l'uomo è un animale anche se razionale. Tengo moltissimo allla mia parte animale.
Quando hai fatto i provini per X-Factor, ti hanno fatto un complimento: "L'unico che ha fatto vedere un po' di tormento". Questa frase ti ha colpito, la ritenevi e la ritieni tuttora giusta? Nell'espressione della tua arte, della tua straordinaria vocalità c'è veramente questo aspetto di un po' di tormento interiore che viene fuori?
Io ricordo bene il mood di quell'anno e sicuramente è la parola più azzeccata. Ero e sono ancora alla ricerca di quello che voglio quindi sicuramnete era un'annata un po' tormentata. Mi è piaciuto soprattutto che se ne sia accorto Marco (Morgan). Me lo ricordo con un sorriso.
Sul palco di Sanremo: alla prima esecuzione del pezzo molti addetti hanno avuto la sensazione che tu vincessi, cos'ha avuto di speciale la tua performance?
Non lo so, io non riuscivo a tenere le gambe ferme perchè ho cominciato a tremare dall'alluce alla punta dei capelli. Ero il primo ad esibirmi, avevo un po' di ansia, arrivare dopo tutto il coro e l'orchestra per Verdi mi ha dato una carica emozionale incredibile quindi la salivazione è andata perduta completamente. Non mi sono accorto di niente, sono uscito dicendo "ma l'ho fatta?"
Sul palco dell'ESC: sei arrivato settimo e la tua esibizione è stata veramente speciale perchè in questo turbinio di effetti speciali sei stato perfetto, essenziale, senza orpelli.
Non so se perfetto, io avrei da dire come sempre perchè non mi va mai bene niente ma sono contento di essermi presentato e con un pezzo scritto da tre italiani. Prestavo voce alla mia nazione e mi sembrava giusto essere in linea con questo, sono molto contento del risultato. Ringrazio la Svizzera che ci portato 12 punti, non ce li aspettavamo.
Tu non potevi sentire ma devo dire che chi ti ha mandato in onda ha detto "esecuzione impeccabile", tu avrai tutti i margini di critica perchè sicuramente sarai cattivissimo con te stesso.
Sono molto autocritico, ci tengo a guardarmi allo specchio, a capire i difetti di un'esibizione o qualunque cosa faccio sul palco. Vorrei tendere alla perfezione ma so che non ci arriverò mai e sono contento di questo.
L'anteprima de "L'essenziale tour" è stato quasi sempre sold out e ti stai preparando al tour che parte il 4 luglio da Trento, bissando e triplicando a Milano, Bologna, Napoli, Firenze e Torino. Com'è il tuo rapporto col pubblico nei live?
Il mio rapporto con il pubblico è quello che desideravo da un anno. Soprattutto in questo tour, il bello di condividere con le persone che hanno permesso tutto questo, le emozioni che hai provato in un anno non ha prezzo. Quello che si prova in un tour o guardando veramente gli occhi che ti permettono di andare avanti, di crescere è meraviglioso anche perchè il pubblico è sicuramente più del 50 per cento del nostro mestiere, se non ci fosse noi non saremmo niente.
Vedendo le date, inizi il 4 luglio e finisci il 12 ottobre, quando vai in vacanza?
Non ci vado, per me è il tour la vacanza. Sono contento di farlo in estate, erano due anni e mezzo che non giravamo d'estate, la prenderò un po' come una vacanza con tutte le persone che verranno a sopportarmi.


(foto di Elly rossi, Alessandro Bertoglio, Tom Alemanno)

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