mercoledì 10 agosto 2011

Viareggio Festival Gaber

Avevo una paura fottuta, lo ammetto, non perchè non abbia fiducia in lui, sia chiaro, ma perchè so che può esagerare nelle sue manifestazioni, è istintivo e fa quello che gli dice il cuore. Se lo fa tra noi, tra il suo pubblico che lo conosce bene  non cambia niente, lo amiamo per come è, guardiamo ai suoi difetti con tenerezza, ridiamo dei suoi eccessi, ma in quel contesto...sarebbe stato tutto un altro discorso.
Alle prove  è rilassato, sciolto, giocherellone come sempre, riesce a improvvisare" I'm singing in the rain" in un attimo, appena inizia a piovigginare....peccato che poi riesca a far scatenare anche il diluvio!!!
Invece la sera, a parte l'inizio in cui l'emozione gli ha giocato un brutto scherzo e non riusciva a dire una parola, ha dimostrato nuovamente la sua grande umiltà, riuscendo a mantenere il giusto equilibro tra dissacrazione e celebrazione di quel palco importante, con la paura di sentirsi gli occhi addosso e la voglia di esprimersi liberamente,  è stato delicato quando occorreva esserlo, ironico, simpatico, geniale.
Da una parte mi fa stare male che si senta obbligato ad essere diverso da come vorrebbe e soprattutto che senta il bisogno di giustificare la natura della sua voce, quasi fosse un difetto, qualcosa di cui vergognarsi. Ma ha mai sentito Ligabue spiegare il perchè della sua voce roca o Giuliano Sangiorgi del suo falsetto?
Non riesco a capire perchè la sua vocalità  venga considerata da qualcuno come un modo per dimostare il suo talento, come un esercizio di vanità. E' forse un difetto essere bravi  ed usare le proprie doti?
 I suoi omaggi a Gaber:
Illogica allegria: delicato, quasi sussurato a tratti, un quadro con lunghe pennellate di colore, senza snaturalizzare l'intento dell'autore di valorizzare il piacere della solitudine.
Destra Sinistra: ha aggiunto freschezza ad un brano un po' datato dando la possibilità di ascoltarlo piacevolmente anche ai più giovani, rendendolo più che mai attuale e mantenendo la giusta dose di ironia.
L'omaggio  a Amy Winehouse: intensità ed immensa espressività...ci ho lasciato un pezzo di cuore.


Ho cercato di estraniarmi da me stessa e di ascoltarlo con obiettività, per quanto possa essere possibile. Non sono esperta di musica, non mi intendo di metrica o di suono giusto o sbagliato, mi baso su quello che sento, sulle mie emozioni. Marco smuove fibre del mio corpo che non sapevo di possedere o che forse avevo relegato in un angolo dell'anima. Credo che sia questa la Musica: quando ti fa stare bene, che senso ha cercarne un senso? 

         

2 commenti:

  1. Nella musica hai la possibilità di scegliere due strade:la mente o il cuore. Se segui la prima strada, cerchi sempre la perfezione tecnica, affinché tutto possa risultare apparentemente perfetto. Tuttavia, facendo così rischi di nascondere la vera essenza della musica: il cuore. Con il cuore, a volte, non sei perfetto, fai errori, a volte anche imperdonabili... ma li fai con il cuore, regalando emozioni a chi ti ascolta.
    Questo è Marco: la perfezione nell'imperfezione... Può non saper mettere due parole in fila quando parla, può non essere perfettamente intonato, può dimenticarsi i testi... ma c'è il cuore in tutto ciò che dice e canta. In questo mondo non è importante essere perfetti: "l'importante è che esci fuori tu e quello che sei. (cit.)"

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  2. Vero Tania, infatti ho notato con soddisfazione che è sempre lo stesso, umile e ricco di contenuti; anche se cerca di nasconderlo il suo cuore è sempre in evidenza.

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