Da giorni circolano articoli che riportano i giudizi dei critici musicali dopo l'ascolto delle canzoni di Sanremo.
Ho scritto in lungo e largo che non ritengo giusto avere la loro sentenza ora, a quindici giorni dalla gara e che non mi sembra rispettoso nei confronti dei cantanti, degli autori e del pubblico che non ha ancora avuto il piacere e quindi può solo leggere e subire senza avere una propria idea, ma poi, perchè dare voti? Una canzone non è un compito che ha delle regole giuste o sbagliate e soprattutto dopo mesi di applicazione e lavoro, può venir liquidata con una parola?
Mi vado ripetendo come un mantra che non è importante, che i critici sono chiamati a svolgere il loro mestiere, che non è la loro opinione quella che conta ma il gradimento del pubblico, che molti di loro li conosciamo e sappiamo quanto sono prevenuti, che nei loro giudizi di sicuro ci influiscono anche altre dinamiche, che siamo solo all'inizio e non hanno ancora potuto rendersi conto di quello che Marco darà sul palco, ma sicuramente leggere nero su bianco alcune critiche negative da parte di nomi "autorevoli" o comunque da chi in quei giorni riempirà spazi sui giornali e magari avrà un peso anche in giuria, fa male.
Ed è in questi momenti che la naturale distanza tra fan e cantante pesa come un macigno. Perchè, hai voglia a dire che è solo una minima parte della tua vita, un passatempo, una piacevole compagnia delle tue giornate, ormai aver assistito alla sua crescita significa avere un legame con lui, per cui irrazionalmente vorresti essergli vicino anche in situazioni particolari come queste, a risollevare gli animi, a scherzare, a smorzare l'eventuale delusione, a incoraggiare.
E allora ti ritrovi a cercare di captare segnali sul suo stato d'animo da foto o racconti di chi l'ha incontrato, anche se non amo studiarlo al microscopio e probabilmente non si svelerà mai in questo modo.
Poi per fortuna appare in bacheca una foto mentre studia, con lo sguardo concentrato e sereno e allora ti consoli, capisci che sta andando avanti per la sua strada a testa alta, consapevole di essere nell'arena, e che la preoccupazione era solamente tua.
Ma io non ero quella che diceva che del Festival non me ne importava niente? Vado di tisane rilassanti o di training autogeno?
Nessun commento:
Posta un commento
I commenti vengono controllati prima di essere pubblicati