mercoledì 20 marzo 2013

Marco in Hangout Google+


Il 19 Marzo Marco ha incontrato alcune fan in video chat di Google + :

Bruna: Cosa ti emoziona di più quando sei sul palco?
Marco: Dico sempre che ogni concerto dipende dal pubblico. Puoi passare una giornata non proprio bellissima, quindi arrivi sul palco e non hai la carica giusta per trasmettere qualcosa, dipende dall'energia che assorbi.  Mi emoziona la gente sorro il palco.

Chiara: in relazione alla presentazione all'Accademia di Brera, curi personalemte anche il packaging dell'album, la grafica, le copertine, l'allestimento del palco, le scenografie e i costumi, per rafforzare anche con l'immagine il concept che vuoi rappresentare?
Marco: Se nella vita sono un po' casinista, sul lavoro seguo tutto. Il bello di questo disco, come nell'altro, è che abbiamo scelto ragazzi che ancora studiano, per questo ho avuto la possibilità di interagire con loro e far passare l'idea che avevo del progetto, anche graficamente. Nella presentazione a Brera abbiamo dato la possibiltà a quattro ragazzi di intervenire sulle mie foto che verranno messe all'asta per finanziare le loro borse di studio.
Per quanto riguarda il palco ho sempre messo le mie idee, altrimenti sarebbe un falsare la mia personalità. Come i greci cerco di creare una statua bella fuori ma che trasmetta un messaggio, unendo l'estetica a tutto un concetto che parte da un'idea.
Mod: Il dvd contenuto nella versione dell'album racconta la tua esperienza a Sanremo.
Marco: Tengo a sottolineare che non ho scelto io il titolo ("Diario di un sogno". Abbiamo ripreso quest'esperienza e quando l'ho visto la prima volta mi sono emozionato.

Cindy: se tu potessi far tornare un personaggio del passato col quale confrontarti,  chi sarebbe?
Marco: Sarebbe mio nonno che purtroppo se ne è andato prima di X-Factor, mi farebbe piacere sapere cosa avrebbe da dire 

Fiorella: Restando in tema pittorico, se tu potessi descrivere le emozioni che provi quando sei su un palco attraverso un quadro di un pittore famoso, quale sceglieresti e perchè?
Marco: In questo momento in cui sta nascendo il nuovo tour sarebbe "L'urlo" di Munch, perchè creativamente parlando sono in quelle condizioni. Sicuramente sarebbe un Magritte, un po' metafisico.
Fiorella: Io invece ti raffiguro come la "Joie de vivre" di Matisse

Carmen: in questo album troveremo qualcosa di te che ancora non abbiamo conosciuto o che non sapevi di poterci dare?
Marco: In questo album c'è molto di diverso rispetto all'ultimo, sono ai poli opposti, l' approccio alla scrittura è molto più concreto. Si dà più importanza alla parola facendo meno arzigogoli. E' essenziale ma sempre Mengoni.

Mari: quale artista vorresti cantasse una tua canzone?
Marco: Mi piacerebbe un duetto con Selah Sue in "Natale senza regali" ma dovrebbe imparare l'italiano

MariaTeresa: La frase di MeriLuis dice "Il ragazzo lavorava in un bar... il ragazzo ha lasciato lì di lavorare e, agguantato un treno, è corso fino al mare",  ho avuto l'impressione parlasse un po' di te.  Quanto ci vedi della tua storia e in chi o cosa trovi il coraggio per prendere quel treno che molti per paura di sbagliare si lasciano scappare?
Marco: in effetti non mi ero mai soffermato molto su questa frase ma è vero: io ho preso quel treno e sono venuto  a Milano a fare i provini. Aver preso molte porte in faccia  e quindi tornare a casa un po' sconfitti credo che ti renda ancora più forte e ti dia il coraggio per buttarti. E' andata bene e posso solo ringraziare voi.

Robi: scegli una canzone per raccontati da ognuno dei tuoi album
Marco: "Lontanissimo da te", "Questa notte" versione reggae, " Tonight", "Pronto a correre".( in questo momento mi rappresentano tutti i pezzi di questo album, c'è solarità)

Moder: Sai già quale direzione far prendere al tuo tour? La scaletta per esempio?
Marco: La scaletta la stiamo definendo; per quando riguarda il gruppo, ci sono i tre che ho da sempre a cui si aggiungeranno altre persone per il tipo di strumentazione.

Ester: Avendo visto ciò che è successo in tutto questo periodo che consiglio daresti al Marco di cinque anni fa?
Marco: Di buttarsi come ho fatto. Oggi sono qui col sorriso e con questi risultati e molto contento di tutte le esperienze che ho passato, anche quelle negative che mi hanno permesso di crescere. Il consiglio in fondo è quello che mi hanno sempre dato i miei genitori: sentiti libero di sbagliare.

Priscilla: in tour avevi il vestito del Piccolo Principe, lo citi anche nell' "Essenziale"  (L'essenziale è invisibile agli occhi). C'è una connessione o è un caso?
Marco: "Il piccolo principe" è l'unico libro che ho letto due volte perché costretto a scuola: Non c'è una connessione ma se lo dici la troverò e me la rivendo nelle prossime interviste.

Il bello è che la critica si è accorta solo oggi che scrivo, anche se lo faccio da sempre, ma meglio tardi che mai. 
E' un disco molto vario, tipo montagne russe, ce n'è per tutti. Ci sono tre fasce sonore: le ballate alle quali è legata l'Italia del pop, la parte rock elettronica della quale fa parte "Pronto a correre", la parte più soul che riprende le mie origini e l'unica che esce fuori completamente è "Una parola", tutta dance e elettronica.
Siamo tutti pronti a correre insieme, ma ovviamente la canzone non parla di voi perché dice "Grazie per avermi fatto male", voi dovreste cambiare una parola "Grazie per avermi fatto bene", per essere ancora qui, perché senza la metà dell'esercito non funziona, quindi grazie a tutti.



1 commento:

  1. Grazie Mille Carmen...e' un vero gioiellino per me <3

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