martedì 19 marzo 2013

Marco presenta #PRONTOACORRERE


Abbandonata la vecchia cartella stampa lo staff del cantante distribuisce un vero e proprio libretto, coloratissimo e pieno di foto: così Marco si presenta alla stampa per far conoscere il nuovo disco #PRONTOACORRERE, presso l'Accademia di Belle Arti di Brera,  mentre alcuni studenti realizzano delle opere ispirate da suoi ritratti fotografici che poi andranno all'asta per finanziare una borsa di studio.

Avrebbe voluto chiamarlo PRONTO A RI-CORRERE perchè in realtà lo sta facendo da quattro anni, ma così sembrava di voler far ricorso in tribunale.  
E' difficile capire esattamente quando il disco sia stato concepito: sono stati studiati 40 provini, è stato un travaglio lungo perchè c'era tanto da scrivere, quattro anni di vita vissuta da voler raccontare e far conoscere alla gente. 
Oggi è come essere in sala parto, nasce il bambino concepito non da due persone ma da tanti giovani, un team tutto nuovo con tanta carica e voglia di fare, come lui che ha solo 24 anni ma gliene danno tutti almeno trenta ma forse è un bene, significa che sembra più saggio.
Il titolo rappresenta il momento che sta vivendo, le sensazioni che condivide con il suo staff.  "Correre verso il futuro, vivendo consapevolmente il presente pronto a ciò che succederà. Sempre in divenire. Questo album e’ un insieme di immagini, di idee, di esperienze, di incontri, è un anno di vita intenso che ho voluto riassumere con un’azione: correre, ricercando la concretezza, l’appartenenza alla terra. Pronto a correre quindi, cercando di assorbire i colori. Ricerco il nucleo, la semplicità, l’essenziale appunto;  anche l'anteprima del tour, a parte aspettarci un guerriero con due baffi stile Apache, sarà essenziale anche se l’essenziale di Mengoni è comunque tanta roba." Non sa dove corre, sa solo che non vuole arrivare.

C'è un Marco più concreto, sia per quanto riguarda la scrittura che la melodia, l'approccio alla vocalità. E' molto più diretto ma le parole nonostante siano semplici hanno un peso.  A Sanremo, interpretando la canzone di Luigi Tenco, ha avuto paura perchè sapeva di toccare un mostro sacro con un pezzo che è stato l'ultimo della sua carriera e che ha segnato un momento particolarissimo, ma ha ritenuto fosse giusto proprio per la semplicità delle parole usate. E' legato ad un certo tipo di cantautorato perchè tende ad essere malinconico, anche attraverso la scrittura dei testi.
Canova è nell'Olimpo dei produttori da molti anni, sono molto diversi e all'inizio si sono scontrati ma crede che in questo modo nascano i rapporti più duraturi. Gli ha insegnato moltissimo, cos'è la misura, a limare gli eccessi, a rendere un testo più terreno, gli arrangiamenti più immediati. E' confrontandosi con altre persone che si cambia e si cresce.

Spiega come scrive le canzoni. Prima disegna lo storyboard e, quando la storia ha un senso, scrive le parole e le mette in musica. È bellissimo perché alla fine ha la casa ricoperta di disegni.  Per questo è stato fondamentale l'apporto di Ermal Meta che lo ha aiutato a sfrondare gli eccessi e a cucirsi addosso i brani scritti da altri. Infatti dopo aver trasformato tutto l'arrangiamento del brano di Ivano Fossati per adattarlo alla linea dell'album, ha temuto il giudizio dell'autore che invece ne è rimasto contento e ha collaborato al missaggio in studio.  

E' nato nell'88, in pieno boom tecnologico e questo spiega l'uso dell' hastag nei titoli. In fondo i suoi fan utilizzano normalmente i social per pubblicizzarlo e diffondere il suo lavoro e crede che il futuro sia digitale, anche se lui rimane un po' antico, legato alle percezioni visive e fisiche. E' forse per questo motivo che predilige la parte live del suo lavoro. Su twiitter segue solo trenta persone, probabilmente perchè non ha avuto il tempo di aggiungerne altre, ma pensa siano le più giuste.
Questo album è molto vario, è diviso in tre piani sonori: una parte di ballate, molto più classica, più intima, delle quali fa parte "L'essenziale"; una seconda rispecchia la sua provenienza, il jazz o comunque l'R'nB e il soul, il rock'n roll più suonato, poi la parte elettro-rock, più potente. C'è anche "Una parola", un pezzo che si distacca completamente dagli altri, "moderno, come direbbe mia nonna".
Essere poligami fa rock ma lui non lo è affatto, è monogano e tiene a questo aspetto, preferisce chiudere un rapporto piuttosto che tradire. 
"Natale senza regali" è un pezzo autobiografico, legato alla sua infanzia, quando mancava il regalo più importante, la presenza degli amici, a causa delle feste natalizie che ognuno trascorreva con i propri parenti.
 










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