domenica 17 marzo 2013

Ricordando Sanremo

Una domenica di un mese fa mi svegliavo con un sorriso luminoso e ancora incredula di aver veramente vissuto l'emozione di vedere Marco con quel premio in mano. E per questo non sono ancora riuscita a scriverne. Mi pare di essere stata investita da un tir, frastornata, senza poter costruire un pensiero coerente, continuo a vedere l'immagine dei suoi occhi stanchi e quasi inconsapevoli di quello che stava succedendo intorno a lui su quel palco.
La settimana che ha preceduto il Festival è stata ricca di assaggi e notizie, foto e video messaggi, ma quello che mi è rimasto nel cuore sono le sue parole la sera della prima esibizione, quasi per cercare appoggio, coraggio e condivisione in chi sa che gli vuole bene. Ha sempre detto che prende la carica guardando negli occhi di chi gli è vicino, certamente attraverso uno schermo questo non è possibile ma il suo messaggio è arrivato forte e chiaro e spero che possa aver sentito tutta l'ondata di affetto e quanto eravamo coinvolti.
E' apparso elegantissimo, timoroso con la responsabilità di aprire la gara, con tutte le aspettative su di lui e con la certezza di essere sotto una lente di ingrandimento, immagino che in quella stretta di mano di Luciana Littizzetto fossero comprese anche tutte le nostre. Il suo sguardo verso il Maestro Gurian, la quasi immobilità davanti al microfono, la concentrazione e la voce trattenuta, in un primo momento la sua staticità e compostezza mi hanno un po' spiazzato.
La scelta de "L'essenziale" come canzone da portare avanti credo che abbia segnato positivamente tutto il percorso, a prescindere dal gusto, proprio perchè tutto il suo essere in questa occasione (dall'abbigliamento all'atteggiamento) e l'interpretazione di "Ciao amore ciao" hanno determinato la quadratura del cerchio con il senso del ritorno all'origine descritto nel brano.
La sera successiva si è rilassato, tanto è vero che nel mezzo della canzone ho avuto la netta percezione che fosse scattato qualcosa di diverso, i suoi occhi si sono accesi e ho esclamato " Ecco Marco finalmente!": uno sguardo fiero, agguerrito e deciso e da lì è filato tutto liscio, dalle interviste, tantissime e sempre interessanti, al trionfo.
La doppia soddisfazione è stata vederlo vincere con il brano di cui è coautore e presentandosi con uno stile semplice, pulito, quasi in punta di piedi, umile e forte al tempo stesso, senza voler attirare attenzione con teatrini e maschere appariscenti, con la sola forza della sua voce, del cuore e del suo corpo teso. Ha convinto ed emozionato tutti, anche il teatro intero era per lui.
Mi ha colpito moltissimo la carezza di Vincenzo Mollica di fronte al suo pianto trattenuto subito dopo la proclamazione e l'abbraccio spontaneo e grato di Marco verso le persone che erano lì per lui, che gli sono state accanto e lo hanno sostenuto in quei giorni e da sempre. Confesso che in quel momento avrei voluto esserne parte invece di vivere tutto attraverso il filtro di un freddo schermo, per poter condividere l'immensa soddisfazione di veder realizzato un sogno, che non è legato strettamente al premio in sè ma alla consapevolezza che finalmente si sta compiendo quello per cui combattevamo da anni ( e sì, mi ci metto anch'io perchè mi sento coinvolta ). Non si arresta la valanga di consensi e riconoscimenti da parte di chi ha infine aperto occhi, orecchie e soprattutto cuore di fronte a questa anima rara che rischia tutto a costo di prendersi schiaffi in faccia, impara, studia, si impegna, ringrazia umilmente chi ha creduto in lui e gli ha concesso questa possibilità (non credo sia un caso la sua unica esibizione a "Che tempo che fa" ). Lo farei dichiarare specie protetta, io comunque me lo tengo molto caro.




1 commento:

  1. bella.... specie protetta è un ottima idea....brava Carmen come sempre!

    RispondiElimina

I commenti vengono controllati prima di essere pubblicati