giovedì 7 novembre 2013

#PRONTOACORREREILVIAGGIO al cinema

Inizio ad elettrizzarmi fin dall'attesa, quando in sala si diffonde "Spari nel deserto" in versione strumentale seguite da tutte le tracce di  #Prontoacorrere, perchè ho un debole per quel brano e vorrei proprio conoscere le variazioni apportate da Marco.
Finalmente si spengono le luci e la scritta "Da un'idea di Marco Mengoni" mi suggerisce all'istante che ne verrò rapita totalmente e così sarà anche perchè, nonostante le sale in collegamento siano 182 e sorprendente realizzare che siamo in tantissimi a condividere con lui questo momento, quando Marco parla ho come l'impressione che lo stia facendo intimamente come se si trovasse faccia a faccia con ognuno di noi.
Il viaggio è a ritroso, partendo dai primi passi incerti su ciò che sarebbe stato sul palco dell'Ariston, fino al live ripreso nel Teatro Greco di Taormina, ricco di storia e dove, secondo la narrazione, gli Eroi suggellavano e festeggiavano le loro vittorie con spettacoli pubblici. Ma Marco non ci sta ad essere definito un eroe e dimostra la misura della sua modestia raccontandosi con occhi limpidi e il volto sereno di chi, nonostante la riservatezza innata, condivide ogni attimo vissuto di questo anno faticoso ma denso di soddisfazioni.
Le parti del concerto si intervallano con le affermazioni di stima dei musicisti, di Marta, scene di vita quotidiana con ritagli di attimi di relax inseriti forse per   ridimensionare l'immagine del mito e frammenti dell'entusiasmo dei fan.  
A rafforzare l'idea che tra noi esiste un'alchimia che ci lega costantemente, viene dedicato molto spazio al suo "esercito", inserendolo addirittura nei titoli di testa e di coda insieme al suo nome.  Anche durante la chat ribadisce questo concetto, ringraziando il suo team che ha permesso a lui e a noi di vivere tutto questo, quasi fossimo una cosa sola e aggiunge che constatare di avere anche persone più adulte che hanno già sentito tanta musica e che traggono piacere nell'ascoltarlo, è un ulteriore premio e motivo di orgoglio.
In particolare mi colpiscono le parole di Andrea Pollione, tastierista, che descrive Marco come un istintivo, che rende stimolante suonare con lui perchè ogni sera riesce ad aggiungere sfumature e intenzioni diverse ai brani che interpreta creando uno spettacolo sempre nuovo, e quelle di Marta che, confermando i miei pensieri, spiega che Marco non è cambiato affatto, che è semplicemente cresciuto (in modo esponenziale aggiungerei) e sceglie consapevolmente ciò che vuole fare, che è senza filtri e sempre se stesso in ogni circostanza. 
Dopo 4 anni di "frequentazione" Marco riesce ancora a spiazzarmi, facendomi riflettere sulle sue parole: confessa che nelle prime date del tour spesso chiudeva gli occhi per paura ma le sorprese che i fan preparavano ogni volta su canzoni diverse, lo spingevano a riaprirli e quindi a non chiudersi nel suo mondo; che notare nelle prime file più o meno sempre le stesse persone lo obbligava a non ripetere le identiche parole durante i monologhi ma che immancabilmnete si incartava rendendo tutto più divertente ( ci sei riuscito Mengoni, dovremmo raccogliere tutti gli intermezzi parlati in un DVD e riguardarli nei momenti di malinconia); che "L'essenziale" ha rappresentato il punto di rottura tra il vecchio e il nuovo Marco e scoprire che la sua evoluzione artistica era stata approvata con entusiasmo anche da chi lo conosce da sempre è stato un segnale fondamentale; che essenziale è avere un pubblico davanti che lo guarda con due occhi "così"; che gli piace usare la parola "bellissimo", anche se è semplice, per definire qualcosa perchè la bellezza non è mai banale (ecco la mia intenzione quando dicharo che la sua anima è bella, sono felice di sapere che ha il mio stesso concetto di questo vocabolo); che questo tour e questo anno sono stati essenziali e non pensa di essere cambiato o di essersi montato la testa ma di aver capito ciò che vuole e di aver imparato a giocare con serietà e a essere serio giocando.
Provo una profonda stima per questo giovane uomo ben presente a se stesso, deciso e consapevole di ciò che desidera, con la sicurezza di voler andare avanti lungo questa strada mettendosi sempre in gioco in un ambiente ostico come quello dello spettacolo, che si è impegnato moltissimo a migliorare se stesso giorno dopo giorno, che non si siede sugli allori ma è pronto a lavorare e a condividere i suoi successi senza autocelebrarsi.I suoi occhi spesso lucidi e puliti esprimono più di mille parole, è impossibile non restare incantati di fronte alla purezza della sua anima messa a nudo e io esco dal cinema con gli occhi e il cuore pieni della sua "bellezza", fiera di aver avuto la capacità di notarla fin da subito e grata verso chi ha deciso un giorno di darmi l'opportunità di vivere sotto il suo stesso cielo.







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