martedì 7 giugno 2016

Nell'Arena starò

Fra poche ore vedremo Marco all'Arena a ritirare unbuon numero di premi accumulati durante l'anno, lo stesso magnifico scenario naturale dove ha chiuso solo due settimane fa il suo tour. 
Mi ero ripromessa che ci sarei stata  a costo di arrivare sulle ginocchia perchè, e qui non vorrei togliere qualcosa a coloro che si sono aggiunti nel tempo ma è un dato di fatto, solo chi c'è da sempre può capire fino in fondo cosa significhi per noi che l'abbiamo visto esibirsi in un piccolo locale, in un teatro, in un palazzetto ( e credibilissimo in tutti), essere parte di quell'immenso teatro a cielo aperto così palpitante di cuori riuniti solo per lui, è un'emozione talmente forte da non riuscire a descriverla, la ragione dei nostri occhi luminosi e lucidi di gioiose lacrime e di quel groppo in gola che ti mozza il respiro. 
Delle mie due serate in questo momento ricordo di averle vissute in modo diverso, la prima in gradinata insieme a un'amica, con Marco che dopo il primo attimo di stupore all'apertura degli schermi che gli hanno rivelato tutto l'insieme, correva, saltava, passava da un lato all'altro del palco instancabilmente, passava tra la gente prendendola per mano, cercava di guardare le persone negli occhi, giocava con la sua band, cantava da dio come sempre e io lì che cercavo di trattenere l'emozione prima che straripasse e di assorbire i colori, i sorrisi e la sua energia; la seconda serata in platea: dopo un attimo di sconforto quando ho scoperto che la fortuna birbantella avendo saputo che le prime file centrali sarebbero state addossate al palco, pochi giorni prima mi ha suggerito di cedere il mio biglietto per due più laterali, ho capito che invece stavolta ero io ad averla fregata perchè la mia serata è stata davvero all'insegna della libertà, vicinissima al palco e con la possibilità di vedere passare tutte le emozioni sul volto di Marco e soprattutto insieme al mio compagno di vita col quale ho trascorso tre giorni finalmente lontani da impegni, orari e preoccupazioni e che mi ha sostenuto in tutti i miei momenti di cedimento emotivo. 
Ho avuto la possibilità di ballare, di cantare, di muovermi quanto volevo e fino allo sfinimento, di liberare tutto quello che avevo trattenuto dentro negli ultimi mesi, di condividere la passione per questo ragazzo a fianco di perfetti sconosciuti vicini di posto quasi come in un unico abbraccio. 
E poi uno stupendo ricordo che mi accompagnerà per sempre è stato trovarmi insieme alla sua mamma mentre Marco cantava "In un giorno qualunque", ad ascoltarlo quando con espressione felice e grata ha detto che spera di metterci sempre tutto l'amore possibile, tutto se stesso per ringraziarci e rispondergli che lo fa sempre e si vede e si sente, con gli occhi talmente luccicanti pieni di orgoglio e amore che anche le stelle saranno impallidite.
Mentre mi aggiravo nei dintorni dell'anfiteatro nelle ore precedenti al concerto, mi risuonava in testa la frase di Solo: "nell'arena starò" come fosse stata una profezia di quello che sarebbe accaduto o forse un sogno accarezzato, cullato e custodito. 
Dicono che i sogni dovrebbero rimanere tali e non realizzarsi mai per lasciarci la voglia di sperare, ma chi ci vieta di iniziare ad aspettare qualcosa di più grande? 
Intanto ringrazio il cielo di aver avuto la possibilità di accompagnarlo nelle sue esperienze artistiche fino ad ora, di averlo sostenuto e aspettato, di averlo supportato, corso, combattuto e di aver calcato la sua strada al suo fianco. 
Io ci sono, con tutta me stessa sempre.  



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